Sabato 26 ottobre 2002: don Matteo Crimella, allora giovane ma già promettente biblista, dedicava un appassionato e puntuale articolo all’ultima fatica esegetica del cardinal Carlo Maria Martini, per 23 anni pastore della Diocesi ambrosiana. L’articolo era l’apertura – tecnicamente si dice così – di una ricca pagina di recensioni librarie, la prima uscita sul Cittadino, che fino a quel momento ospitava settimanalmente lo “Scaffale”, curato dal direttore Ferruccio Pallavera e dedicato ai volumi di ambito locale, ma non aveva una finestra sull’attualità editoriale nazionale.
Sembrava una follia – la redazione cultura contava solo su una persona, il sottoscritto – ma da quel giorno di oltre 11 anni fa, una volta alla settimana (la scelta cadde sul giovedì), i lettori possono trovare i consigli alla lettura sulle nostre pagine, con le principali novità di mercato e la classifica dei libri più venduti fornita dalle librerie del territorio. Nel frattempo siamo cresciuti; la redazione – accorpata al settore Interni/Esteri per esigenze di razionalizzazione - si è “fatta in quattro” con l’approdo di Lucio D’Auria, Fabrizio Tummolillo e Giacinto Bosoni cui è subentrato, circa un anno fa, Alberto Belloni. E si è arricchita di una fitta rete di collaboratori competenti e appassionati che non fanno mai mancare il loro contributo.
Siamo cresciuti, dunque, ma non ci siamo fermati, anzi: un po’ alla volta le pagine culturali del giornale si sono arricchite e alle rubriche storiche (la “Tenda” di Andrea Maietti, il “Telekommando” e il “Segnafilm” di Fabio Francione) se ne sono aggiunte altre: è arrivato il mercoledì dei dischi e dei dvd, il venerdì dei concerti di zona, la galleria mensile sui teatri milanesi, “La valigia dei libri” di Adamo Calabrese, “I sassi di carta” dello scrittore Franco Forte e, buon’ultima, la pagina di recensioni cinematografiche curata da D’Auria. Una pagina, questa, che al pari di quella dei libri da qualche mese ha anche un’appendice digitale, con la video-recensione settimanale che compare prima sulla “app” ilCittadinoPiù e quindi sul sito internet del quotidiano. Tutto ciò ha incrementato la nostra autorevolezza, al punto che oggi non c’è editore che ci neghi un libro da recensire, scrittore, musicista o attore che rifiuti un’intervista, teatro che non conceda accrediti per assistere a uno spettacolo e commentarlo. Siamo cresciuti e cambiati, ma non abbiamo tradito l’impronta originale fatta di attenzione al Lodigiano e al Sudmilano, alla loro storia, alle loro eccellenze culturali, ai loro protagonisti (dal teatro al cinema, dalla scrittura alla musica), alle iniziative ideate e messe in atto.Locali dunque, ma mai localistici e chiusi, parole che mal si coniugano con la cultura, per sua stessa natura aperta ai molti frutti che la “coltivazione” dell’ingegno può produrre.
E con noi è cresciuta indubbiamente anche quella grassa e fertile fetta di pianura ritagliata fra Po, Adda e Lambro che è il nostro bacino d’utenza; un territorio tutt’altro che dormiente, a dispetto della trita e ingiusta vulgata che gli è stata etichettata addosso, e che ha saputo anzi ampliare e qualificare la sua offerta culturale trovando il giusto traino – in termini di promozione e attenzione ma anche di libera coscienza critica – nel Cittadino e nei suoi molteplici canali comunicativi.
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