
I numeri sono quelli di un autentico bollettino di guerra. Dal 2001 al 2014 hanno perso la vita sulle strade della provincia di Lodi 290 persone, con il corollario di 12.181 feriti, in 8.161 incidenti (esclusi quelli che non hanno prodotto conseguenze fisiche per i soggetti coinvolti). Un’ecatombe di 20 morti e 870 feriti all’anno di media, sia pur con una sostanziale tendenza al ribasso che è indice di una accresciuta sicurezza delle rete viaria e del parco veicoli circolante.
Andamento stabile
I dati Istat rivelano negli ultimi dieci anni una sostanziale stabilità del numero degli incidenti con lesioni alle persone. Le oscillazioni sono minime, con una media che si aggira sui 550 all’anno, una punta di 599 nel 2013 e un minimo di 480 nel 2007 (nel 2014 sono stati 533). Ben peggio è andata nei primi anni del nuovo millennio, quando si viaggiava oltre quota 700. L’annus horribilis è stato il 2001 con 723 eventi registrati, 38 morti e 1.064 feriti. Il numero delle vittime è rimasto oltre quota 20 sino al 2007, poi si è tendenzialmente ridotto, sia pur con una drammatica recrudescenza nel 2012 (22 morti). Il 2014 ha fatto invece registrare 6 vittime, il minimo dal 2001 ad oggi.
Quanto al numero dei feriti, dopo essere sceso dai 1.064 del 2001 ai 746 del 2009, è stabilmente risalito sopra quota 800 (851 nel 2014), con una punta di 928 nel 2013.
Gli indici
Meno morti, infatti, non significano necessariamente strade più sicure. Un primo modo per monitorare statisticamente la pericolosità della rete viaria è rapportare il numero delle vittime al parco veicoli provinciale. I dati relativi al 2014 sono in questo senso confortanti: il rapporto è infatti di 3,6 vittime ogni centomila veicoli immatricolati in provincia, sesto risultato in Italia dopo La Spezia, Enna, Agrigento, Monza Brianza e Savona. Solo l’anno precedente eravamo al 10,2 e nel 2012 al 13,2, ma nel 2001 le vittime erano addirittura 28,9 ogni centomila veicoli. Il dato ha per altro un significato relativo perché non tiene in considerazione i flussi di traffico di provenienza extra provinciale che attraversano il territorio (basti pensare a quanti veicoli immatricolati in altre province transitano ogni giorno sul tratto lodigiano dell’Autosole oppure lungo la statale Emilia).
Più significativo è il cosiddetto indice di mortalità (che indica il numero di vittime ogni cento incidenti): nel 2014 è stato dell’1,13 per cento (cioè 1,13 morti ogni cento sinistri), il più basso in Lombardia dopo Milano (0,72). Un ottimo risultato se si pensa che nel 2001, ad esempio, l’indice era del 5,6 per cento, cinque volte più elevato. Il discorso però cambia quando si esamina l’indice di lesività, che indica il rapporto tra numero di feriti e numero di incidenti. Qui la percentuale è oscillata di poco negli anni, ma nel 2014 è stata la più elevata del millennio: 159,66 feriti ogni cento incidenti. Ciò significa che ogni due sinistri si registrano in media tre feriti.
Delle 290 vittime registrate, 231 sono uomini e 59 donne; dei 12.181 feriti, 7.523 sono di sesso maschile, 4.658 di sesso femminile. A patire conseguenze fisiche sono stati soprattutto i conducenti (209 morti e 8.599 feriti), più che non i passeggeri (48 vittime e 3.300 feriti), mentre i pedoni che hanno subito lesioni sono stati in tutto 524, con 30 esiti fatali.
Strade pericolose
Degli 8.161 incidenti con feriti registrati dal 2001 al 2014, la maggioranza è avvenuta su strade urbane, per la precisione 3.976, pari al 48,7% mentre “solo” 1.197 (14,6 per cento) sono stati quelli registrati nel tratto lodigiano dell’Autosole; i restanti 2.988 eventi (34,7 per cento) si sono verificati su quelle che l’Istat classifica come “altre strade”, cioè arterie statali, provinciali e intercomunali.
Le strade urbane presentano tuttavia i più bassi indici di mortalità (1,73 vittime ogni cento incidenti) e di lesività (133,8 feriti ogni cento incidenti); il più elevato rischio di esiti fatali si registra sulle strade extraurbane (5,5), rispetto all’autostrada (4,5); ma in Autosole si registra un più elevato numero medio di feriti per incidente (175 ogni cento schianti contro 159).
Rettilinei a rischio
Quanto alla localizzazione degli incidenti, poco meno della metà (4.059) si sono verificati lungo un rettilineo e hanno prodotto 167 morti e 6.101 feriti; seguono per pericolosità gli incroci (2.685 schianti con 52 morti e 3.944 feriti).
In curva si sono registrati più incidenti che sulle rotatorie (723 contro 601, con rispettivamente 59 morti e 1.090 feriti, contro 10 e 912), mentre 76 eventi si sono verificati in corrispondenza di quelli che l’Istat classifica come dossi, pendenze o strettoie (2 morti e 110 feriti), e 8 in tunnel o gallerie (con 11 feriti).
Mezzi coinvolti
Dal 2001 i veicoli convolti negli incidenti stradali con lesioni alle persone sono stati in provincia di Lodi 15.331 (poco meno di due per ogni evento), dei quali 10.772 automobili. I ciclisti sono stati coinvolti in 973 incidenti, 55 dei quali sono state cadute solitarie e 15 investimenti di pedone da parte delle biciclette; 1.530 gli eventi che hanno visto coinvolti motociclette o ciclomotori, 1.769 hanno interessato autocarri o tir.
L’istituto nazionale di statistica individua anche la tipologia di mezzi coinvolti. La maggior parte degli 8.161 schianti (6.013, pari al 73,7 per cento, cioè in circa tre su quattro) sono avvenuti tra due veicoli; in 1.689 casi l’incidente ha visto per protagonista un veicolo isolato, mentre 519 volte è stato coinvolto almeno un pedone. Da segnalare che, in quest’ultima tipologia di incidenti si registrano anche 19 feriti tra i conducenti dei veicoli coinvolti e uno tra i passeggeri.
Occhio ad ottobre
Un’ultima curiosità. Attenzione a mettervi in macchina nel mese di ottobre: è infatti quello in cui si è verificato il maggior numero di incidenti, 813 in 14 anni; seguono maggio con 775 e giugno con 761; più in generale si registrano più incidenti in estate che nelle altre stagioni, con l’unica eccezione di agosto che, complice il periodo di vacanza e di sospensione di molte attività lavorative, è il mese più “sicuro” sulle strade con soli 548 eventi registrati, meglio di gennaio che si ferma a 560.
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