(ore 18) Anci, Upi e Regioni hanno annunciato una lettera la governo e una giornata di mobilitazione per giovedì prossimo. Gli amministratori consegneranno a Roma i contratti del trasporto pubblico locale, considerati insostenibi con i tagli previsti in manovra. L’associazione dei comuni ha anche invitato i sindaci a riconsegnare al prefetto la delega di ufficiali di Stato civile durante quello che sarà il primo sciopero dei sindaci italiani. Anci Lombardia propone anche una class action contro i tagli che i Comuni hanno subito in relazione ai presunti costi della loro politica. «Chiederemo anche che si restituisca ai Comuni quanto anticipato per il mantenimento dei tribunali, spese che ci siamo sobbarcati anche se non ci competono, e che non ci sono mai state per intero rimborsate» spiega il sindaco di Varese e presidente di Anci Lombardia Attilio Fontana .
(ore 14) Oggi alle 17 si riunisce il consiglio provinciale, nel giorno in cui il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge per la cancellazione delle Province dalla nostra Costituzione e dal nostro Paese. Vari i temi all'ordine del giorno, ma al centro della discussione non potrà che esserci il futuro dell’ente.La protesta degli enti locali oggi è corale, con Regioni, Province e Comuni insieme sulle barricate. La travagliata vicenda della manovra finanziaria ci ha abituato a questa battaglia tra centro e periferia che va al di là delle appartenenze politiche. Tagli agli enti locali e disegno di legge per l'abolizione delle Province sono i temi all'ordine del giorno del vertice in corso in questo momento tra Conferenza delle Regioni e Associazione nazionale comuni italiani. All’incontro parteciperà anche il sindaco di Lodi Lorenzo Guerini. Durissima ’Upi, che oltre al giudizio fortemente negativo sulla decisione annuncia per domani una protesta dei presidenti delle Province.
(ore 13.30) «Ci sarà un aumento dei costi della politica e si creerà un caos istituzionale». Così il presidente dell’Upi (Unione delle Province italiane), Giuseppe Castiglione, commenta il provvedimento di abolizione delle Province approvato in Cdm.
(ore 11.30) Il disegno di legge costituzione per la soppressione delle Province è stato approvato a tempo di record dal Consiglio dei ministri, che è cominciato poco dopo le 9 di questa mattina. Via libera anche all’inserimento nel testo della Costituzione del vincolo di pareggio di bilancio.
(ore 9) Addio, Provincia di Lodi. E addio anche a tutte le sue “sorelle” in Italia. Così pare e, forse, così potrebbe essere già per il Natale prossimo, quando il parlamento potrebbe aver dato il “via libera” al disegno di legge costituzionale che prevede l’abolizione di ben 110 enti sovracomunali in tutta le penisola. Al loro posto, come soggetti intermedi tra i comuni e le regioni, dovrebbero essere istituite le peraltro già previste “città metropolitane” e le “unioni dei comuni”, il cui funzionamento e le cui competenze saranno regolate dalle regioni; ipotesi che saranno chiarite stamane dopo il consiglio dei ministri chiamato appunto ad approvare il succitato disegno di legge costituzionale, prologo al passaggio della questione ai due rami del parlamento, Senato e Camera. Quest’ultimi, per la natura del provvedimento, dovranno esaminare e votare la riforma non una, bensì due volte ciascuna. Nella prima tornata basterà una maggioranza qualsiasi per licenziare il disegno di legge. Nella seconda, se verranno raggiunti i due terzi dei consensi il disegno di legge verrà subito approvato; con una maggioranza più bassa sarebbe ugualmente approvato, ma aprirerebbe la porta alla possibile richiesta di un referendum confermativo. Fine, o forse no. Perché l’Unione province italiane, per bocca del presidente Giuseppe Castiglioni, ha già annunciato una riunione straordinaria in coda al consiglio dei ministri: pronta, se necessario, ad aprire un denso fuoco di sbarramento. «Una tale scelta getterebbe nel caos il Paese, aprendo la strada alla gestione da parte agenzie, società ed enti di tutte le competenze pubbliche oggi amministrate delle Province - ha tuonato Castiglioni riferendosi all’annunciata abolizione -. Mettendo in mano così a consigli di amministrazione, dirigenti e manager la gestione delle scuole, della formazione professionale, del mercato del lavoro, delle strade, della tutela dell’ambiente. A guadagnarci sarebbero quindi i soliti noti, che da questa spartizione della democrazia avrebbero le mani libere per lucrare sui servizi essenziali ai cittadini».
Anci, Upi e Regioni hanno annunciato una lettera la governo e una giornata di mobilitazione per giovedì prossimo
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