La ricostruzione della tragica lite

L’omicidio alle 5 e mezzo

del mattino di sabato quando la vittima, Rosario Puleo, stava

per andare a lavorare

(ore 11.30) Non c’è ancora traccia dell’arma con cui sabato mattina all’alba è stato ucciso il 47enne Rosario Puleo. Secondo gli inquirenti il coltello potrebbe essere stato spostato dopo che Luigi Nasti, come ha confessato, l’aveva gettato in un campo dietro la casa. Oppure questa parte della sua deposizione potrebbe non essere corretta.Mentre si attende l’autopsia disposta per oggi, è stata ricostruita la dinamica dell'omicidio, a partire dai dissapori sempre più aspri tra le due famiglie, fino alle denunce presentate e all’ultima lite, quella fatale, causata dai rumori molesti. Per questo Nasti è accusato di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi.

(ore 9) Ucciso con due coltellate prima che sorgesse il sole. È morto così Rosario Puleo, palermitano di 47 anni, residente al 15 di via Mozart, a Mulazzano. In carcere con l’accusa di omicidio volontario, con l’aggravante dei futili motivi, è finito, invece, al termine di una lunga confessione, il suo vicino di casa, Luigi Nasti, 55 anni, originario di Torre Annunziata, che vive nella villetta al numero 13. Le ripetute liti tra le due famiglie si sono trasformate definitivamente in tragedia.

Erano le 5.30 circa del mattino di sabato quando il quartiere è stato svegliato dalla urla che provenivano dalla strada. «Rosi, Rosi, hanno accoltellato Rosi» gridava Monica, moglie della vittima. I vicini si sono affacciati e l’infermiera del civico 5, che abita proprio di fronte al luogo del delitto, è corsa a prestare soccorso all’uomo accasciato a terra; immediata è scattata l’allerta dei residenti ai carabinieri e al 118. Ma a nulla sono valsi i tentativi di salvare Puleo, autista dell’Atm, in forza al deposito di San Donato, con un passato di guardia giurata. L’uomo è entrato in arresto cardiaco. Le manovre per rianimarlo sono continuate sull’ambulanza, durante il tragitto per l’ospedale di Vizzolo e poi successivamente, fino alle 6.55, quando l’uomo ha chiuso gli occhi e detto addio per sempre alla moglie e ai due figli Roberto e Daniele, ma anche alle continue liti con il vicino che gli rovinavano l’esistenza.

La salma di Puleo ora si trova nella camera mortuaria dell’ospedale Predabissi di Vizzolo e il procuratore Giampaolo Melchionna, che coordina le indagini condotte dai carabinieri, ha disposto l’autopsia per la giornata odierna. Gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica della vicenda, mettendo insieme la confessione dell’indagato, i racconti dei vicini e dei parenti. Non sempre le versioni delle due famiglie coincidono, mentre agli atti è stata messa anche la ripresa dell’episodio effettuata con un tablet dalla figlia di Nasti, ormai abituata ai litigi tra i due uomini.

Non si sa chi dei due abbia fatto rumore per primo in casa, se il baccano fosse continuato durante la notte o fosse stato solo nelle prime ore del mattino. I residenti dicono di essere stati svegliati intorno alle 4.30 da un colpo secco contro le pareti e di aver sentito, poco dopo, le urla della donna. È versione comune però che Nasti si sia affacciato dalla terrazza e abbia gettato una secchiata d’acqua fredda in testa a Puleo che si era alzato per andare a lavorare. A quel punto la vittima è tornata in casa, probabilmente per cambiarsi e anche il vicino è rientrato nell’abitazione prendendo un coltello a serramanico. «Era per difendermi», ha detto durante l’interrogatorio. Poi ha continuato a sorvegliare Puleo dalla terrazza. E quando quest’ultimo è uscito, dirigendosi verso il parcheggio, Nasti l’ha raggiunto.

«Temevo che mi rigasse l’auto», ha detto ancora alle forze dell’ordine, riferendosi a presunti episodi avvenuti in passato. I due hanno incominciato a litigare, fino ad arrivare alla colluttazione. A quel punto sarebbe sopraggiunta la figlia di Nasti con il tablet per riprendere la scena, poi la moglie della vittima e successivamente quella dell’indagato. Anche le due donne si sarebbero messe a litigare . O forse la moglie della vittima si è messa di mezzo tra i due uomini e l’altra l’ha trascinata via, tanto che Puleo avrebbe allertato la moglie: «Attenta, ha un coltello». In quel momento sarebbero partiti i due fendenti, il primo alla scapola sinistra e poi quello fatale nella regione lombare, penetrato quasi fino all’addome.

La moglie ha incominciato a urlare, il figlio Daniele si è affacciato alla finestra e poi è corso in strada, incrociando lo sguardo di Nasti che rientrava in casa. La moglie e la figlia dell’indagato, invece, erano già rientrate nell’abitazione. A quel punto, stando alla versione dell’indagato, Nasti si sarebbe recato sul retro della casa e avrebbe lanciato il coltello nel prato. Da quel momento, fin verso le 6, sono arrivati in casa Nasti il figlio dell’indagato, residente in un altro appartamento, il fidanzato della figlia e un nipote. Quando i carabinieri sono arrivati i parenti erano già in casa. Il 118 ha trasportato Puleo a Vizzolo, in codice rosso. All’ospedale è finita con qualche contusione sul volto anche la moglie, dimessa poi nel pomeriggio. In quelle stesse ore sono partite le indagini che hanno portato Nasti a confessare.

Mentre si attendono i risultati dell’autopsia è stata ricostruita la dinamica dell'omicidio, a partire dai dissapori sempre più aspri tra le due famiglie, fino alle denunce presentate e all’ultima lite, quella fatale, causata dai rumori molesti. Per questo Nasti è accusato di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi

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