
n La piena dell’Adda cresce con le incessanti piogge. In tre giorni la portata del fiume è aumentata di 60 centimetri: da 1,08 metri (sotto lo zero idrometrico) fino ai 46 centimetri (sotto lo zero) di ieri alle 18. Ma la situazione è ancora lontana dal livello di guardia. Anzi ci sono segnali di una diminuzione del livello in alveo. Il controllo costante è effettuato dal Consorzio Muzza Bassa Lodigiano, su incarico del comune di Lodi. L’ultimo aggiornamento indicava una condizione di «normalità riconducibile ad un medio stato di morbida (circa 350 metri cubi al secondo)». Il deflusso nel tratto urbano si può notare sotto le arcate del ponte, all’inizio di via Lungo Adda Bonaparte, dove è presente una stazione di rilevamento (un misuratore che si nota alla prima arcata del ponte).
L’Adda è stata tenuta sotto stretta osservazione, da venerdì alle 18 fino alla serata di ieri. Venerdì sera la fotografia scattata dagli esperti mostrava un’altezza idrometrica ampiamente sotto lo zero, quindi fuori da ogni tipo di pericolo di esondazione. Nella giornata di sabato la tendenza è stata poi di costante ascesa sul fiume: alle 8 del mattino 70 centimetri (sotto lo zero), alle 14 era salita a 58 centimetri (sotto lo zero) e verso le 22 era arrivata a 36 centimetri (sotto lo zero). In uno degli ultimi rilevamenti (quello delle 18 di domenica) si è registrato poi un calo, soprattutto a monte del tratto urbano del fiume: l’afflusso al Lago di Como in discesa, afflusso del Brembo in diminuzione e la diga di Olginate che non registrava aumenti di deflusso.
È rimasta però grande la preoccupazione dei residenti della città bassa, molti dei quali si sono recati in zona con il timore di una grande piena. «Stiamo mantenendo sempre monitorato il deflusso delle acque, dove c’è il ponte», afferma il responsabile del gruppo di Protezione civile di Lodi, Alberto Panzera. E il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini: «Dati oggettivi dimostrano che la situazione è sotto controllo. Stiamo facendo verifiche costanti, che ci consentono di avere a disposizione misurazioni quasi in tempo reale. Alcuni valori dimostrano che si sta registrando anche una diminuzione nella crescita della portata del fiume. Viste le previsioni del tempo dei prossimi giorni, occorre però molta cautela».
Per far partire ogni genere di preallarme, la portata dovrebbe aumentare notevolmente. Dovrebbe arrivare a 90 centimetri sopra lo zero idrometrico. Poi l’allarme vero e proprio si raggiunge con la quota di 1,30 metri sopra lo zero idrometrico e a quota 2,30 sopra lo zero scatta la fase di emergenza, con ordine di evacuazione delle zone soggette a possibili esondazioni. Rimangono al momento quindi lontani i livelli della grande ondata di piena del 2002.
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