Quasi tre posti di lavoro andati in fumo ogni giorno, per 365 giorni. Ovvero: tutto il 2012. Un bilancio da “profondo rosso” per l’economia del Lodigiano, che alla fine dell’anno scorso ha dovuto tirare le somme e constatare che in dodici mesi si sono verificati 1.051 licenziamenti, una tendenza in costante aumento da gennaio a dicembre. In particolare, si tratta di 297 indennità di mobilità e 754 indennità di disoccupazione. Complessivamente si è registrato una crescita del 13,25 per cento.
I dati sono stati elaborati dalla Cgil, il sindacato sottolinea che in tutta la Lombardia si sono registrati 61.765 esuberi, un aumento del 26,09 per cento rispetto all’anno precedente; in cima alla classifica dei territori più colpiti ci sono Milano, Brescia e Bergamo: le tre province hanno visto svanire più della metà dei posti di lavoro.
Ormai nel Lodigiano i disoccupati hanno quasi raggiunto la soglia delle 17mila unità, le trattative per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali o per i licenziamenti sono all’ordine del giorno. La disoccupazione colpisce soprattutto i giovani e le persone che hanno meno di 40 anni, come dimostrano i numeri del Centro per l’impiego della Provincia, inoltre la maggior parte delle assunzioni prevede contratti a tempo determinato.
Il 2013 è iniziato in salita soprattutto per i metalmeccanici, basti pensare alle difficoltà alla Giannoni di Vidardo e alla Marcegaglia di Graffignana, solo per citare due dei casi più importanti del territorio. La Fiom sottolinea che il problema dovrà essere immediatamente affrontato dalla nuova amministrazione che s’insedierà al Pirellone. «La Regione Lombardia dovrà affrontare da subito questo problema - fa sapere la categoria delle tute blu -, chiederemo che la giunta regionale si impegni per favorire il lavoro e una distribuzione delle ore lavorate attraverso l’applicazione dei contratti di solidarietà in alternativa ad altri ammortizzatori sociali, con l’obbiettivo di evitare i licenziamenti. I candidati, su questo che riteniamo problema prioritario, devono esprimersi con maggior chiarezza assumendo impegni precisi».
Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, nel 2012 il Lodigiano ha raggiunto 4 milioni 167mila ore di cassa integrazione autorizzate (3 milioni 155mila per gli operai, poco più di 1 milione per gli impiegati). Proprio come per i licenziamenti, anche l’utilizzo della cassa si è rivelato in aumento rispetto al 2011, segnalando un più 10,41 per cento.
«Lungo è l’elenco delle aziende e delle attività in difficoltà o in procinto di chiusura: uno stillicidio continuo e inarrestabile - sottolineano gli addetti del dipartimento politiche contrattuali della Cgil -. Una vera e propria emergenza rimasta per ora senza risposte, mentre si aggravano le ricadute della crisi sulle persone e le famiglie italiane e lombarde. Con le politiche recessive e depressive adottate finora, non si esce dal tunnel - aggiungono i responsabili della ricerca -, si comprimono domanda interna e consumi, mentre i tagli previsti alla spesa pubblica e al sistema sociale faranno pagare un prezzo altissimo ai ceti popolari, al mondo del lavoro e ai pensionati, finendo per prosciugare la ripresa e lo sviluppo».
Quasi tre posti di lavoro andati in fumo ogni giorno, per 365 giorni. Ovvero: tutto il 2012. Un bilancio da “profondo rosso” per l’economia del Lodigiano che alla fine del 2012 ha dovuto constatare che in dodici mesi si sono verificati 1.051 licenziamenti. Inizio di 2013 difficile intanto per i metalmeccanici
© RIPRODUZIONE RISERVATA