Lista d’attesa, il caso di geriatria

Crescono gli ammalati di Alzheimer e per una visita di controllo in geriatria bisogna aspettare fino ad agosto. I familiari dei pazienti si lamentano: «Mio papà ha l’Alzheimer - racconta una donna -; i medici predispongono per lui un piano terapeutico che dura 6 mesi. Al termine deve sottoporsi ancora al controllo per avere un nuovo piano. Abbiamo appena fatto la visita e chiesto un nuovo appuntamento per giugno, ma fino ad agosto non c’è spazio. Adesso proverò a chiamare direttamente in reparto, a Sant’Angelo, per vedere se ci sono altre possibilità». Il servizio geriatrico è gestito in contemporanea a Lodi e Sant’Angelo. A questi si aggiunge l’attività di Casale.

Il problema è già noto all’Azienda ospedaliera. Il primario Ettore Cunietti l’ha già esaminato con i suoi collaboratori e con la direzione. Sono previsti anche ulteriori incontri a gennaio per trovare un rimedio a questa situazione.

Per quanto riguarda la prime visite non ci sono problemi: a Casale si può avere un appuntamento il 10 gennaio, a Sant’Angelo il 15 febbraio e a Lodi il 13 marzo. Il problema, tra Lodi e Sant’Angelo, sono i 9 mesi delle visite di controllo. «Abbiamo un ambulatorio a Lodi tutte le settimane e a Sant’Angelo tutti i pomeriggi - spiega Cunietti -, mi chiedo cosa possiamo fare di più». I medici tra Lodi e Sant’Angelo sono 4, 3 della geriatria, che devono occuparsi anche dei 22 letti di Sant’Angelo e delle guardie notturne, e un medico della riabilitazione geriatrica.

«I nostri medici sono già superimpegnati. Di aumentare il personale credo non si parli - commenta il primario -. Bisogna vedere se riusciamo, con l’anno nuovo, ad avere qualche risorsa in più e a modificare la situazione. Il problema è che il numero degli ammalati di alzheimer è in continuo aumento. I pazienti in cura sono circa 350 (a questi si devono aggiungere quelli seguiti nella Bassa. Nel 2001, in tutta la provincia, erano circa 200, ndr)». Molti utenti però prenotano la visita geriatrica per fare la richiesta di invalidità, andando a sovrapporsi con gli ammalati in cura.

«Bisognerebbe differenziare gli accessi - spiega Cunietti -, ma per farlo serve un accordo con l’ordine dei medici e con l’Asl. Il problema esiste, ne abbiamo già parlato a lungo. Ci sono effettivamente degli ammalati che terminano il piano terapeutico e non riescono ad accedere subito al servizio. Speriamo che la questione si riesca a risolvere con il nuovo anno».

L’età media dei pazienti geriatrici è di 80 anni e l’aumento è costante. «La vita si è allungata - spiega Cunietti; inoltre, la demenza senile prima era considerata una cosa naturale, ora, invece, si sa che si può invecchiare senza perdere il senno e quindi ci si fa curare per questo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA