La questura è salva. Almeno per ora. La possibilità che gli uffici di piazza Castello venissero chiusi già dal prossimo gennaio, sostituiti con un semplice commissariato, era un “fantasma” che da giorni aleggiava fra poliziotti e dirigenti. Nella “revisione della spesa” su cui sta lavorando il governo Monti, infatti, c’era un capitolo dedicato alle piccole questure, almeno 10 in tutta Italia, destinate all’accorpamento con quelle vicine. Per Lodi, la data fissata era il primo gennaio 2013. Molto più di una ipotesi, quindi, ma quasi una certezza. Nei giorni scorsi, però, qualcosa è cambiato. «Il ministro dell’Interno, dottoressa Anna Maria Cancellieri, ha accettato la proposta avanzata da questa organizzazione sindacale per lasciare il sistema sicurezza del territorio allo stato attuale» spiega il segretario provinciale del Siap, Gianni Bianchi, in una nota diffusa ai colleghi della questura. Questo, naturalmente, non a tempo indeterminato. La questura sopravviverà almeno per altri due anni, fino alla scadenza naturale del mandato amministratori della Provincia, dopo di che, inevitabile, si tornerà a parlare di tagli e del futuro della questura.
Ma cosa avrebbe significato tornare al commissariato, ovvero fare un passo indietro di circa vent’anni? Innanzitutto la riduzione di oltre il 50 per cento del personale, attualmente a quota 150 unità; la sparizione di uffici strategici come la Digos, la squadra mobile, l’anticrimine e l’immigrazione; l’ufficio denunce con aperture ridotte; una sola volante sul territorio, e non sempre di notte. Un vero stravolgimento, insomma, rispetto all’assetto attuale, nel quale sarebbe rimasto solo un dirigente e un vice, mentre le inchieste sarebbero state condotte dalla questura di riferimento, nel caso di Lodi individuata in Milano o Cremona.
Uno scenario che per il momento è stato scongiurato, anche grazie all’azione delle organizzazioni sindacali. A settembre si insedierà il nuovo questore, Vito Ciriello, con la certezza di poter svolgere il suo lavoro almeno per un paio d’anni. Poi si vedrà. Restano sul tavolo, invece, i tagli alle prefetture. «Per quanto ci è dato sapere - conclude Bianchi -, nel prossimo futuro saranno apportate alcune modifiche organizzative alle attività degli uffici territoriali del governo». Il che dovrebbe significare creazione di “super prefetture”, sul modello francese, competenti su un territorio molto più vasto rispetto a quello attuale. Ma si tratta solo ipotesi ancora allo studio del governo.
Il ministro degli Interni Cancellieri congela per il momento il previsto taglio della questura di Lodi, che non verrà quindi “retrocessa” a commissariato come previsto in un primo tempo. L’istituzione rimarrà in vita almeno fino a quando Lodi sarà Provincia: nel 2014 se ne riparlerà, ma intanto i servizi sono salvi
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