Decine di avvocati, i magistrati, vertici delle forze dell’ordine e personale al completo questa mattina al palazzo di giustizia di Lodi per la commemorazione della strage di ieri. «Ciascuno di noi poteva essere vittima di quanto accaduto ieri nel palazzo di giustizia di Milano»: così il presidente del tribunale di Lodi Ambrogio Ceron ha iniziato a ricordare il giudice, l’avvocato e l’imputato ammazzati da un imprenditore sotto processo, attaccando però anche il clima di “progressiva delegittimazione della magistratura”, a partire dalla politica e fino alla superficialità di certi mass media. «Da oggi, da adesso ciascuno di noi deve cominciare a ricostruire, a guardarci attorno di più, anche ai nostri colleghi di lavoro. Costruire il bene è un lavoro costante che non fa notizia. Sbagliato limitarsi al pensiero “tanto è stato il matto di turno”. Noi magistrati non permetteremo che oggi al “matto di turno” riesca quello che non era riuscito ai terroristi e al crimine organizzato».
Il procuratore Vincenzo Russo si è invece rivolto ai ministri Andrea Orlando (Giustizia) e Angelino Alfano (Interno): «Si incita all’identificazione del responsabile. Ma dare la colpa alla guardia che non ha riconosciuto il falso tesserino presuppone che chi ci ha messo nelle condizioni di lavorare in questo modo non si vuole prendere le sue, di responsabilità».
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