Sono passati undici anni, è cambiato tutto, anche se in fondo non è cambiato nulla. La Riozzese femminile torna in Serie B a distanza di tanto tempo e oggi come allora Roberto Tognoni guarda le sue ragazze con gli occhi di un padre orgoglioso. Sì, perché in fondo lui ha sempre diviso la sua vita tra la famiglia, quella vera, e la Riozzese, quella acquisita ormai più di trent’anni fa. Oggi non ci sono più le varie Piccinno, Lanzani, Perini, Tonani e Carpino, veri e propri fenomeni di una squadra che ha segnato un’epoca, arrivando nel giro di pochi anni dalla Serie D da cui era partita agli allori della Serie A, anche se la squadra di adesso sembra sulla buona strada per far rivivere il glorioso passato.Nato a Cerro al Lambro nel 1948, tecnico dell’Enel, in pensione ormai dal 2003, Roberto Tognoni entra nella Riozzese negli anni Ottanta e si lega indissolubilmente allo storico presidente Ugo Guazzelli, artefice del grande miracolo rosanero arrivato al culmine appunto con la conquista della Serie A femminile, scherzo del destino, proprio nell’anno della sua morte (2006). Ed è proprio quello che poi diventerà più che un amico, quasi un fratello, a convincere Tognoni a occuparsi di una squadra femminile che quasi nessuna società poteva vantare: «Io venivo dal calcio classico dei maschi e mai mi sarei immaginato di innamorami follemente di quello femminile, che da allora non ho più abbandonato».Tuttavia l’inizio per Tognoni è stato come minimo travagliato, con pochi elementi all’interno della società che appoggiavano il progetto di allargare anche alle ragazze il calcio a Riozzo: «C’è sempre stato un po’ di scetticismo intorno a questo mondo – continua – e anche allora fu così. In fondo Guazzelli voleva solo dare la possibilità di giocare anche alle ragazze che lo chiedevano a gran voce. Quando poi ci si è resi conto di quello che questa squadra realmente valesse, nessuno ha più avuto dubbi». Per quasi quindici anni assessore nel Comune di Cerro al Lambro, Tognoni ha vissuto in prima persona la costruzione del centro sportivo che è poi stato recentemente abbattuto per far posto alla Teem: «È stato bello seguire passo passo tutta la nascita di una struttura che a Riozzo mancava e che ha segnato la storia della Riozzese. Oggi quella struttura non c’è più, ma in compenso c’è un gioiello che nessun’altra società si può vantare di avere. Il centro sportivo “Ugo Guazzelli” rappresenta il vero valore aggiunto della nostra società». Nel frattempo la famiglia si è allargata con l’ingresso della Riozzese nel progetto di più ampio raggio del Real Academy: «Personalmente continuo a sostenere che l’unione faccia la forza – afferma il 68enne dirigente rosanero – e quindi ben venga chi ha voglia di dare una mano e investire nello sport, che poi è un po’ come investire nel futuro». Quel futuro che lui sognava di vivere anche con l’amico Guazzelli, prima che una brutta malattia lo portasse nel dicembre del 2006, proprio quando la sua creatura si apprestava a conquistare il palcoscenico della Serie A: «Decisamente il punto più alto toccato dalla nostra società – confessa Tognoni – che ha anche permesso a tutta Italia di conoscere Riozzo e la Riozzese. Se pensiamo che affrontavamo corazzate che nel calcio femminile c’erano da anni e avevano budget di gran lunga superiori ci si rende conto forse di quello che abbiamo fatto. Ma io non dimenticherei nemmeno il nostro anno d’oro, il 2003, quando con i maschi vincemmo il campionato di Seconda Categoria e con le femmine la Coppa Lombardia».La morte del patron Ugo Guazzelli mise Tognoni di fronte a parecchie e improvvise responsabilità come vicepresidente, prima dell’insediamento di Mileto Faraguna, attuale numero uno del club: «Eravamo tutti frastornati per la perdita di Ugo, ma nel frattempo c’era da mandare avanti la società. Così tutti ci guardammo in faccia in un momento molto difficile e pensammo che non si potesse lasciare andare un gioiello così prezioso. Io per primo ho quindi caldeggiato la nomina di Faraguna come presidente e insieme siamo usciti dal guado, trovando le risorse per fare due campionati di Serie A con la squadra femminile, oltre a proseguire con tutto il settore giovanile e la prima squadra maschile».Oggi Tognoni, oltre che occuparsi della Riozzese deve anche svolgere il graditissimo ruolo di nonno, insieme alla moglie Maria, di due nipotini di sei e un anno che i figli Alberto di 39 anni ed Elena di 43 gli hanno dato: «Il tempo che avevo prima si è notevolmente ridotto – ammette –, però non ho altri interessi che non siano la Riozzese e la cura del centro sportivo. Non sono però solo, perché fortunatamente nella nostra società ci sono ancora persone come Aldo Duci, tanto per fare un nome, che sono il motore di tutto il movimento». Tra poco le sue ragazze scenderanno in campo anche per farlo tornare indietro nel tempo: «So che quel periodo sarà irripetibile, però l’emozione di giocare ancora in Serie B non mancherà».
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