Mafia: «Coinvolte due banche lodigiane»

La notizia si è diffusa nella giornata di ieri, facendo rapidamente il giro del “mondo economico” lodigiano. Il «Corriere della Sera», ricostruendo i flussi finanziari collegati alla maxi operazione antimafia di inizio settimana (che ha portato ad arresti e perquisizioni in tutta la Lombardia) ha fatto il nome di due banche lodigiane: la Banca di credito cooperativo di Guardamiglio e la Banca di credito cooperativo di Borghetto Lodigiano. La terza banca citata dal «Corriere», che ha pubblicato stralci dell’ordinanza del gip di Milano che ha portato agli arresti, è la Bcc di Offanengo, istituto di credito in provincia di Cremona che negli ultimi anni ha avuto enormi problemi, fino al commissariamento e alla successiva incorporazione nella Bcc di Treviglio. Il recente passato della Offanengo è assai diverso da quello di Centropadana e Borghetto, il «Corriere» cita però tutte e tre le banche, sostenendo che in passato avrebbero effettuato operazioni con un commerciante di Lodi, S.C., che nel blitz antimafia ha rimediato una denuncia a piede libero per associazione a delinquere. Ecco cosa scrive il «Corriere», partendo dall’ordinanza del gip Stefania Donadeo: «Il Credito cooperativo di Offanengo, la Banca Centro Padana di Casteggio e il Credito cooperativo di Borghetto Lodigiano, attraverso i funzionari in diretto contatto con S.C., ben conoscendo il loro cliente e il reale valore delle sue proprietà ed investimenti, non esitano a concedergli fidi oltre ogni limite ammissibile di corretto esercizio del credito”.

Ieri ufficialmente non sono intervenuti né i vertici della Centropadana, né i vertici della Bcc di Borghetto Lodigiano. Fonti informali indicano però che in Centropadana non sarebbero per nulla intimoriti dalle voci che da ieri si stanno rincorrendo a seguito di quanto apparso sulla stampa. Anzi, starebbero valutando di procedere con una querela per diffamazione nei confronti del quotidiano che ha diffuso la notizia e del giornalista autore dell’articolo, con l’unico scopo di difendere l’immagine e l’onorabilità dell’istituto di credito. In casa della Bcc di Borghetto ci sarebbe invece amarezza per quanto emerso nelle scorse ore: il presidente e il direttore generale sono rimasti in collegamento per tutta la giornata di ieri.

L’operazione antimafia portata a termine nella giornata di martedì ha visto arresti, perquisizioni e denunce, anche nel Lodigiano. Otto in tutto le persone arrestate, fra cui la figlia di Vittorio Mangano, l’ex “stallierie” di Arcore) per associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione. Il gruppo criminale, legato a Cosa Nostra, operava in modo fraudolento nel mondo delle cooperative di servizi ed è accusato di aver accumulato fondi neri per milioni di euro attraverso l’emissione di fatture false. Denaro che poi veniva riciclato o utilizzato per fornire sostegno e protezione ai latitanti e alle famiglie dei mafiosi carcerati.

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