Oggi, per il Pd, è il giorno dell’ennesima “tirata”: si vota per scegliere i candidati al Parlamento. Dalle 8 alle 21 i cittadini potranno partecipare alle primarie, indicando sulla scheda fino a due preferenze, un uomo e una donna. Nel caso in cui dovessero segnalare due uomini o due donne, la seconda scelta sarà considerata nulla. Nell’arena politica si sono buttati quattro lodigiani: Lorenzo Guerini (il sindaco di Lodi non ha bisogno di presentazioni), il consigliere provinciale Luca Canova, il sindaco di Crespiatica Anna Maria Ogliari e il sindaco di Pieve Paola Rusconi.
Ieri mattina il segretario provinciale del Pd, Mauro Soldati, ha fatto il punto della situazione insieme a Barbara Galloni, che da settimane si sta occupando dell’organizzazione delle primarie. In tutta la provincia ci saranno a disposizione 43 seggi, grazie a circa duecento volontari. «In questo periodo abbiamo sviluppato un vero e proprio confronto gomito a gomito con gli iscritti e gli elettori - spiega Soldati -, se oggi il Pd è in piedi è merito di queste persone. Questa volta alle primarie potranno votare solo coloro che hanno partecipato alle primarie nazionali del 25 novembre e in generale gli iscritti. Chi si trova fuori sede, invece, non può votare, a meno che non si trovi in un comune della provincia di residenza. La cifra da pagare è pari a 2 euro: saranno utilizzati per la campagna elettorale dei candidati».
Dalla segreteria nazionale partirà un sms indirizzato a tutti coloro che possono andare alle urne con i dettagli dell’evento.
Di certo riuscire a conquistarsi un posto nella capitale non sarà un’operazione semplice: «Noi esprimiamo tre candidati - dice Soldati -, in base al calcolo che abbiamo fatto nessuno si troverebbe in una posizione eleggibile ma il regolamento del nostro statuto prevede che ogni territorio sia rappresentato. Inoltre, almeno il 40 per cento del Parlamento deve essere rappresentato da donne. Il Lodigiano nelle ultime due legislature non ha avuto nessun parlamentare. Oggi chi sta governando il territorio, da Foroni a Gibelli, non lo sta facendo bene e abbiamo avvertito un vuoto. Una volta terminate queste primarie si aprirà una trattativa». Un confronto durante il quale il Pd lodigiano dovrà fare il possibile per sostenere i suoi candidati. «C’è incertezza perché non sappiamo quante persone andranno a votare questa volta», dice Soldati.
Nei giorni scorsi il segretario provinciale ha fatto un passo indietro pur essendo intenzionato a correre per il Parlamento, una rinuncia arrivata dopo aver ricevuto una telefonata direttamente dal segretario nazionale Pier Luigi Bersani. La chiamata è arrivata alle 21,20 di domenica scorsa: «Il nostro obiettivo è anche quello di correggere la legge elettorale, mi sono permesso di dire a Bersani che è l’ultima volta che ci fidiamo del senso istituzionale di Lega e Pdl». Per questa volta si va alle urne ancora con il “Porcellum”.
«Se ancora qualcuno ha dubbi sulle primarie del Pd - conclude Soldati -, sfido chiunque a fare ciò che abbiamo fatto noi».
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