Come mai ha rinunciato al lavoro?
«Io e il mio compagno abbiamo fatto i conti. Avrei dovuto pagare asilo e baby sitter».
Quando è iniziato il suo impegno per la politica?
«Ho studiato al liceo classico, al San Francesco, poi sono andata in Statale, a Milano, a studiare lettere. Durante l’università incominciavo a partecipare alle prime manifestazioni studentesche, frequentavo il Leoncavallo e a Lodi il gruppo della sinistra giovanile. Ero in segreteria con Mauro Soldati. Abbiamo fatto insieme le battaglie contro la pena di morte, i buoni scuola, la salvaguardia della scuola pubblica. Mentre studiavo ero impiegata nei call center, poi facevo la cameriera. Quando ho trovato un’occupazione più stabile, quella della hostess ferroviaria, ho smesso di frequentare l’università. Nel 2005 ho partorito il primo figlio, dopo un anno di maternità, mentre cercavo un nuovo lavoro, sono rimasta in cinta della seconda bambina. Così ho smesso di lavorare».
È assurdo tutto questo?
«Sì, trovo sia assurdo che le donne non possano lavorare. Ci vogliono gli asili nido pubblici per consentire alle mamme di tornare al lavoro. Mi batterò per questo».
Perché ha deciso di candidarsi?
«Sel è la proposta di sinistra più seria. Ho molto rispetto per la lista Ingroia, ma quel 10 per cento di presenza femminile lo trovo un arretramento culturale. Per me trovare spazio per la politica è una sfida contro tutti, ma ci sono».
L’ambiente è in cima ai vostri obiettivi...
«Siamo l’unico partito che parla di green economy e di riconversione dell’industria».
La prima azione del nuovo governo?
«I parlamentari dovranno ridursi lo stipendio. Abbiamo un parlamento che non rappresenta più il paese, ci troviamo di fronte a un degrado etico insopportabile. Invito le persone per bene a votare a sinistra perché il centrodestra ha portato alla rovina l’Italia».
Cosa si può fare per salvare il lavoro nel Lodigiano?
«Bisogna rifare un piano industriale serio, puntare alla ricerca e all’innovazione e alla riconversione delle aziende. Anche in agricoltura dobbiamo imparare a rinnovarci, come ha fatto Vendola in Puglia. Voglio lasciare un paese decente ai miei figli. C’è una frase che mi piace e dice: “Quello che avrai fatto per te lo porterai nella tomba, quello che avrai fatto per gli altri resterà”».
Alle regionali siete con Ambrosoli.
«Sì, lui si è reso pronto a lavorare per la nostra richiesta, reddito minimo per tutti, mutui agevolati, giustizia per le donne. In Francia quando partorisci ti mandano a casa una tata; l’Italia, invece, è il paese che fa meno figli. Se qualcuno ha delle proposte, le ascolto volentieri, la mail è [email protected]».
Cristina Vercellone
© RIPRODUZIONE RISERVATA