«Questione morale problema di tutti»

Classe 1962, laureato nel 1987 in Scienze Naturali, Luca Canova è sposato dal 1989 e ha due figli. Legato alla Bassa Lodigiana, è direttore tecnico della riserva delle Monticchie e lavora in Università a Pavia, dove si occupa di conservazione della natura. Militante del Pd, conosciuto per il suo impegno nell’ambiente, già consigliere provinciale per due mandati, di cui il secondo in scadenza, ha partecipato alle primarie ed è ora in 49esima posizione nella lista Pd per il Senato.

Su quale urgenza credi si debba lavorare?

«La storia degli ultimi dieci anni è la storia di un grande vuoto della politica e in questo vuoto sono cresciute tante malepiante. Uno tsunami ha investito l’Italia, spazzando via competenze e senso etico. Ora l’ondata rifluisce, lasciando rovine che vanno rimosse. Gli italiani pagano la politica di Berlusconi ma capiranno presto che quell’incapacità ha pervaso ogni ganglio della società».

Per esempio?

«Oggi se un imprenditore vuol costruire un fienile deve produrre venti moduli tra certificati e perizie costose. Se dimentichi di pagare una multa, Equitalia ti chiede uno stipendio per punizione. C’è un distacco enorme fra la società reale e i riti di quella burocrazia che la destra diceva di voler eliminare e che è diventata invece un mostro per tutti. La politica deve tornare a definire gli spazi in cui si possono fare le cose, con chiarezza e rigore, ma poi dentro quegli spazi le forze degli individui vanno liberate. Il concetto di “governo” è questo».

Come si può valorizzare il territorio?

«Facendo quello che dice Canova, da 30 anni ormai. Vogliamo vivere in una nuova Brianza cementificata o in una terra che conservi la propria storia e la propria coesione culturale e sociale? Il punto per il Lodigiano è questo. E l’abolizione della Provincia non aiuta».

Quanto è importante il legame tra parlamentare e territorio?

«Io non ho piedi, ho radici e le tengo ben piantate nel territorio. La gente sente se sei convinto e sincero. Poi magari preferisce un politico più esperto, ma ti crede, e la credibilità è tutto. Se stai solo su Facebook sarai conosciuto, ma è difficile che ripongano davvero fiducia in te. Io concepisco la politica in modo pervasivo; risolvere un problema collettivo è quel che dà senso alla mia vita, insieme agli affetti. È per questo che ho insistito per avere l’ultimo posto in lizza. Non posso essere eletto, ma lavorerò come se fossi al primo».

La questione morale è una priorità anche nel Lodigiano?

«La questione morale tocca tutto il paese, non solo i politici. È un effetto del vuoto di cui parlavo. Ma il Pd ha ancora gente con la testa sulle spalle e una struttura che vigila sui comportamenti. Chi ha disarticolato i controlli, a tutti i livelli, ora si trova con i diamanti in tasca e un serio problema morale. Noi invece dobbiamo render conto di qualche decina di euro di rimborsi al mese, per iniziative legate al mandato politico. Vedremo se ne verrà accertata l’illiceità, la magistratura fa il suo lavoro, ma di sicuro è ben diverso da chi si pagava le feste di nozze della figlia o le scappatelle. È una vergogna inaccettabile mettere sullo stesso piano Nutella e ’Ndrangheta, la ricevuta di una mimosa e i 400 milioni stornati a favore della sanità privata».

Andrea Bagatta

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