Servizi e negozi addio, l’erosione delle attività nei piccoli centri diventa inarrestabile. Tra 2015 e 2016 si sono persi servizi postali e bancari, negozi di vicinato, macellerie, piccoli supermercati, con una desertificazione che tocca soprattutto i piccoli comuni, ma a volte anche interi quartieri di paesi più grandi o città. L’ultimo colpo arriva dalla Banca Popolare di Lodi che ha annunciato la chiusura di 8 filiali nel Lodigiano e 2 nel Sudmilano. Chiuderanno le agenzie di Turano Lodigiano, Camairago, Bertonico, Casaletto Lodigiano, Sant’Angelo Lodigiano – piazza Vittorio Emanuele, Galgagnano, San Rocco al Porto, Maleo. A Turano, Bertonico e Maleo rimarrà attivo il servizio di cassa remota. Nel Sudmilano chiuderanno le filiali di Colturano e Tribiano. A Colturano rimarrà la cassa remota. Nello stesso periodo l’anno scorso il territorio era alle prese con l’annuncio di un’altra grande riduzione di servizi, quella di Poste Italiane, peraltro non la prima. Dodici mesi fa si annunciava la chiusura dell’ufficio di Zorlesco, e la riduzione da 4 a 3 giorni di apertura degli uffici di Boffalora, Cervignano, Crespiatica, Corte Palasio, Santo Stefano, Terranova e Valera mentre le sedi di Caselle Landi e Marudo dovevano passare da 6 a 3 giorni di apertura. Alla fine il piano è passato con il solo salvataggio di Zorlesco. «Per Marudo è stato un disservizio forte, in particolare per gli anziani e per l’incasso della pensione», critica il sindaco di Marudo Claudio Bariselli. E a proposito di riduzione di servizi, i comuni sono sempre più spesso alle prese con il problema della tesoreria comunale: da quando il servizio non è più remunerativo, i bandi di gara vanno spesso deserti e i sindaci sono costretti a intavolare trattative dirette per trovare un istituto disponibile. Peraltro, in tema di banche, a settembre Intesa San Paolo ha chiuso le filiali di Tribiano e di Secugnago. «Il disagio c’è, soprattutto per le fasce d’utenza abituate a rapporti allo sportello, gli anziani in primis. E quando bisogna prelevare, il disagio c’è per tutti», dichiara il sindaco di Secugnago Mauro Salvalaglio. Non sono solo i servizi a retrocedere dai piccoli comuni. Solo l’anno scorso hanno chiuso tre macellerie (a Casalmaiocco, Crespiatica e Codogno) facendo allarmare un’eccellenza come l’Associazione Macellai del Lodigiano. Alcune attività spariscono completamente dai paesi, come le edicole (a Valera Fratta da anni, a Massalengo da poche settimane). E secondo i dati 2015 di Regione Lombardia i comuni lodigiani con meno di 5 negozi sono ben 25, di cui 15 sono a rischio desertificazione commerciale con 3 o meno negozi. I paesi in maggiore difficoltà sono Bertonico, Camairago, Cornovecchio, Corte Palasio e Maccastorna. A volte poi le attività chiudono anche nei centri maggiori, magari lasciando interi quartieri sguarniti. È successo a Sant’Angelo dove il trasloco del supermercato Ekom ha lasciato il quartiere San Rocco quasi senza presidi di vendita, succederà a Borghetto dove, attorno alla chiesa San Rocco, chiuderà a breve il piccolo, unico emporio della zona. E non sarà l’ultimo caso nel Lodigiano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA