Gangemi, perché questo “tuffo” in Rivoluzione civile?
«Perché è un contenitore necessario. Come Idv abbiamo sofferto una perdita consistente di consenso, quindi è fondamentale che i nostri principi trovino una rappresentanza. Può servire a un rilancio, aprendo nuove prospettive: auspicando di sistemare alcuni meccanismi che non rendano possibili nuovi episodi, sulla questione morale, come quello accaduto nel Lazio con il caso Maruccio. Nessuno, noi compresi, deve essere esente dal rispetto della legalità. Va creata una nuova classe dirigente, che si dedichi veramente agli interessi del Paese».
Lei è attivo anche sul fronte della tutela ambientale: che posto ha, questo tema, nella sua proposta elettorale?
«La tutela dell’ambiente è fondamentale, e punterei su un utilizzo responsabile del territorio. Ma il Lodigiano in questo momento ha delle altre priorità, quali i bisogni primari della gente. Penso al lavoro, ai tanti esodati e agli artigiani, spina dorsale del Paese, aziende sane cui le banche hanno chiuso la linea di credito. Bene, queste linee bisogna riaprirle».
E la sicurezza?
«Ho la percezione che nel Lodigiano qualcosa non quadri: temo che abbia subito un interessamento della malavita, in campo edile e in altri settori dove è facile “lavare” soldi di dubbia provenienza. Ma quello che fa più paura è la sensazione diffusa di una sicurezza smarrita, dalle rapine in cascina ai furti negli appartamenti: la microcriminalità, insomma. Occorre perciò liberare risorse per dare strumenti e uomini alle forze dell’ordine, affinché la loro presenza sia in primis un deterrente».
Lei è un ferroviere: come valuta il nervo scoperto dei disservizi lamentati dai pendolari lodigiani?
«Il problema, in Lombardia, non è tanto nelle ferrovie, quanto nella Regione: il programma di Rivoluzione civile si lega a questo, e noi appoggiando Ambrosoli appoggiamo il cambiamento. Va messa mano al finanziamento, per un’offerta mirata. Sulla puntualità, per esempio, sono stati fatti passi avanti: ora però bisogna aumentare il numero dei treni, specie in alcune fasce, e il personale, facendolo lavorare in sicurezza. E creare condizioni affinché quel che è successo a dicembre, con giorni di disagi per il malfunzionamento del software di gestione dei turni dei ferrovieri, non accada mai più».
Al.Be.
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