Sicurezza, tasto dolente per Lodi

Per la prima volta in Broletto è nato un assessorato alla sicurezza, una delega che il sindaco Lorenzo Guerini ha affidato all’ex vice questore Umberto Pensa. È questo il primo dato da cui partire. Negli ultimi due anni e mezzo, tra l’assessore e la Lega nord si è scatenato un vero e proprio braccio di ferro, di fronte a specifici episodi di criminalità, culminati con l’omicidio del carabiniere di quartiere Giovanni Sali, un delitto avvenuto lo scorso novembre in via del Tempio e che non ha ancora una spiegazione. Il fatto ha sconvolto tutta la città, in quei giorni “blindata” dalla costante presenza di controlli e posti di blocco.

L’amministrazione ha istituito due nuovi presidi della polizia locale (uno sotto il Broletto, l’altro in città bassa) ma non ha potuto procedere con il potenziamento dell’organico dei vigili urbani a causa dei limiti imposti dal patto di stabilità. Il Carroccio ha sempre “bollato” questi interventi come inutili o inefficaci, allo stesso tempo ha criticato il Comune per non aver mai colto l’opportunità delle “ronde”, intese come gruppi di cittadini in grado di controllare le zone ritenute più a rischio.

Sebbene sia difficile stilare un bilancio di mandato sul fronte della sicurezza, un capitolo che solo in parte dipende dal Comune ed è legato all’attività delle forze dell’ordine, i numeri non sembrano giocare a favore.

I numeri

Da gennaio a novembre 2012, si è registrata una crescita dei furti (da 1.309 a 1.329), dei furti su auto in sosta (da 147 a 161), dei furti di ciclomotori (da 18 a 21) e di motocicli (da 10 a 13); in salita anche le rapine (da 19 a 25), di cui tre in abitazione e 11 avvenute in strada, le violenze sessuali (da 5 a 8) e le lesioni dolose (da 61 a 64). Truffe e frodi informatiche sono passate da 111 a 114. Sono invece diminuiti i furti di autovetture (da 48 a 39), i borseggi (da 10 a 6), la ricettazione (da 21 a 14), gli incendi (da 3 a 0) e i danneggiamenti (da 266 a 222).

I sindacati hanno rilevato un aumento delle rapine in banca tra il 2010 e il 2011, mentre quasi ogni giorno le cronache locali raccontano di furti in abitazione o nei negozi (che comunque stando ai dati ufficiali non hanno subito un incremento), senza contare i vandalismi che negli ultimi tempi hanno colpito arredi urbani, monumenti, cestini e panchine. Dopo le ultime devastazione che hanno coinvolto il Lungoadda e il Revellino, il sindaco aveva chiesto più controlli da parte di carabinieri, polizia e guardia di finanza, un appello che era stato accolto da alcuni, cittadini e partiti, con un “meglio tardi che mai”.

Le telecamere

Nel corso del 2012, inoltre, si è proceduto all’installazione nei diversi quartieri della città delle 32 telecamere acquistate grazie al contributo di circa 1 milione di euro, arrivato dal ministero dell’Intero quando il dicastero era guidato dal leghista Roberto Maroni.

Gli “occhi elettronici” hanno così fatto decollare il progetto di video-controllo, che comunque non ha mancato di suscitare perplessità rispetto al posizionamento delle telecamere e alla loro effettiva messa in funzione. Una polemica rinvigorita negli ultimi tempi, soprattutto dopo l’omicidio del carabiniere di quartiere. Spesso i reati sono compiuti dai cosiddetti “pendolari del crimine”: malviventi che arrivano da altri territori, colpiscono e scappano.

L’ultima ricerca su benessere stilata dal quotidiano economico «Il Sole 24 Ore» fa perdere a Lodi sette posizione proprio sul fronte dei reati: furti e frodi informatiche sono pari a 169,16 ogni 100mila abitanti, un dato superiore alla media nazionale pari a 162.

LE SFIDE DEL NUOVO SINDACO La giunta Guerini ha puntato molto sulla questione sicurezza, ma i numeri non sono dalla sua parte

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