Storia dell’infanzia travagliata di una delle grandi artiste latinoamericane, Emma Reyes, raccolta in una serie di lettere, ventitré, che la pittrice scrisse a partire dal 1969 al suo amico Germán Arciniegas. La storia di una bambina senza padre, né madre, frutto di una relazione proibita, tra abbandoni, scoperte, preghiere e paure. Un lungo memoir epistolare a metà strada tra l’autobiografia tout court e la narrazione vivave e animata di una vita. Uscito postumo, il libro, è il viaggio di una bimba da una misera stanzetta nella natia Colombia a una casa coloniale, da una bottega del cioccolato a un convento di clausura. Scritto sempre con un tono bizzarro, a volte ingenuo, con una punta di sagace ironia Reyes affronta il proprio passato trasformandolo in una sorta di romanzo feroce e avvincente.
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