A S. Rossore per la carta del coraggio, la nostra voce rivolta a tutta la nazione

Un’unica strada, un senso unico. Quest’anno c’è una sola route, un solo cammino da seguire anche se siamo tanti, una strada all’insegna del coraggio e del cambiamento. 35.000 giovani legati dalla voglia di partire, dal coraggio di scoprire e di vivere la strada fino a giungere alla grande gioia di San Rossore, del grande raduno, del punto di arrivo, del momento in cui appoggiare lo zaino, montare la tenda e rimboccarsi le maniche per costruire il nostro futuro, costruendolo giorno per giorno. L’aria che si respira al campo è tipica dello scoutismo, ognuno è pronto ad accettare l’altro come fratello, l’armonia della condivisione di un’unica grande comunità si percepisce negli sguardi entusiasti dei ragazzi; il tema che contraddistinguerà questo raduno è il coraggio, declinato in ogni sua sfumatura per poterlo osservare a tutto tondo e i giovani rover e scolte sembrano essere pronti ad accettare ogni sfida. La strada è stata diversa per ogni clan ed è servita come preparazione all’arrivo al campo fisso dove sarà importante che ognuno faccia la sua parte per creare il documento che sarà la nostra voce rivolta a tutta la nazione: la carta del coraggio. Ogni clan di formazione ha eletto un alfiere, ovvero colui che avrà il compito di rappresentare le idee del suo gruppo nel parlamento di San Rossore, luogo di ritrovo di tutti i rappresentanti di ogni clan, adibiti alla formazione della carta del coraggio. Ma dopo giornate intense e trascorse sotto il sole cocente, San Rossore si illumina di luci ambrate e l’imbrunire accende le feste che animano la città di tende, musica popolare e danze gioiose accompagnano le serate degli scout sotto le stelle, i canti accorati di queste serate esprimono ciò che mi ha fatto amare questa route: la sua diversità accomunata da un’unica etica, un solo stile espresso con tanti volti differenti, una sola meta raggiunta con sentieri diversi. L’esperienza di San Rossore è ciò che insegna lo scoutismo, l’unità e la coesione di ogni ragazzo con i membri della sua comunità lo rendono unico e prezioso, in quanto importante e fondamentale anche se il più piccolo o il più grande, il più debole o il più forte. Nelle nostre comunità la differenza diventa peculiarità e la diversità la nostra forza.

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