Caro Nicola, qualche giorno fa su «Uomini Liberi», uscito come inserto de «Il Cittadino» abbiamo letto la tua proposta circa la necessità e l’idea di istituire un ufficio collocamento «speciale» per le persone detenute. È importante, secondo noi, anche alla luce della difficoltà di comunicare e di far circolare le informazioni all’interno del mondo «ristretto», ricordare che dal 2006 è attivo sul territorio lodigiano un progetto denominato «Il Lavoro Debole», attuato nell’ambito del «Piano regionale per la promozione e lo sviluppo di una rete a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e delle loro famiglie»( ex dgr 9502/09) della Regione Lombardia che ha coinvolto anche la casa Circondariale di Lodi. Ente capofila del progetto è la Provincia di Lodi ma vi collaborano, tra gli altri, l’ associazione Loscarcere e la cooperativa Microcosmi.
Le tappe del progetto sono state riepilogate e riportate in un rapporto dettagliato che ne descrive le azioni e gli importanti obiettivi raggiunti - seppur in un momento di così grave crisi, anche per il mondo del lavoro - ed è stato consegnato agli enti preposti, alle istituzioni e agli operatori sociali del territorio. In breve, vorremmo riuscire a spiegarti come si articola il progetto di cui, da anni, ci stiamo occupando: primo passaggio è l’inserimento delle persone detenute o in pena alternativa, ex detenuti e i loro familiari nella rete dei servizi sociali presenti sul territorio, tenendo conto delle specifiche fragilità e debolezze di chi proviene da un’esperienza di detenzione. A seguire un percorso di sensibilizzazione delle imprese e la cura dell’inserimento lavorativo vero e proprio, allargato anche al sostegno delle compagne di chi è detenuto, spesso sole e senza lavoro o con numerose la difficoltà nel conservarlo.
Solo nell’ultimo biennio abbiamo «accompagnato» al lavoro e seguito con costanza circa 50 persone.
Credo che sia importante soffermarci sull’eredità lasciata dal progetto sul territorio lodigiano: attualmente, è attivo presso il Centro per l’Impiego della Provincia di Lodi (servizio che ha sostituito il vecchio Ufficio di Collocamento) uno sportello gestito dai volontari dell’associazione Loscarcere, che accoglie tutti i cittadini e cittadine che, coinvolti a vario titolo da problematiche legate a provvedimenti dell’autorità giudiziaria, hanno bisogno di informazioni e orientamento per districarsi in un mondo così complesso e carico di sofferenza. Tra i servizi offerti ci sono: informazione, consulenza e orientamento per l’inserimento lavorativo, l’emergenza abitativa, il supporto legale e quello alle famiglie, attraverso il contatto con i Servizi Sociali Territoriali, il Sert e lo sportello stranieri.
Anche all’interno dalla Casa Circondariale di Lodi, fino all’ottobre dello scorso anno, sono stati attivi identici servizi, attraverso lo sportello di segretariato sociale gestito dai volontari dell’associazione Loscarcere che, però, purtroppo, nonostante l’efficacia dell’intervento e a causa di profonde incomprensioni con la Direzione del carcere stesso ha interrotto la sua attività.
Stessa sorte è toccata al protocollo siglato tra il Settore delle Politiche Attive del Lavoro della Provincia di Lodi e il Direttore del carcere per estendere alle persone detenute il servizio di iscrizione al Centro per l’Impiego, per far sì che il tempo della pena potesse permettere di maturare una serie di requisiti che sarebbero potuti divenire utili nella ricerca del lavoro una volta usciti dal carcere.
Purtroppo, anche questo servizio, con nostro profondo dispiacere, ha avuto vita breve e non per responsabilità nostra.
L’Associazione ha promosso e organizzato, nel novembre dello scorso anno, un convegno dal titolo «Il valore del lavoro nel processo di reinserimento sociale delle persone detenute ex detenute e in pena alternativa», con il patrocinio del Comune di Lodi, della Provincia di Lodi e della Fondazione Banca Popolare di Lodi, che ha dedicato attenzione ai risultati del progetto e alle linee di intervento in materia di politiche attive del lavoro e di inserimenti lavorativi. Al convegno hanno partecipato numerosi imprenditori del territorio con l’intenzione di procedere sulla strada già tracciata e nella condivisione della filosofia e delle modalità di intervento finora condivise.
Cosa auspichiamo, per il futuro?
Di poter continuare, di migliorare il servizio che proponiamo, di poter allargare la «rete» degli interlocutori - istituzionali e non, imprenditoriali e sindacali - presenti sul territorio e di poter «arrivare fino a te» attivando o riattivando canali che al momento, evidentemente, funzionano meno di quanto dovrebbero ma che potrebbero consentirci di non farti sentire escluso dalle possibilità di reinserimento sociale e lavorativo. Possibilità che non possono essere mera speranza o scommessa improbabile ma concreta possibilità.
Con cordialità,
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