Egregio Direttore,vorrei tornare sulla spinosa questione che in questi giorni ha animato le pagine del suo quotidiano e cioè la decisione del provveditorato e della Provincia di imporre un tetto alle iscrizioni degli studenti che avevano manifestato intenzione di iscriversi al Liceo Maffeo Vegio di Lodi. Ho sperato fino agli ultimi giorni nella possibiltà di nuove aperture al dialogo fra i vari attori in campo ma quando ho letto l’articolo di sabato scorso dove le parole usate dalle istituzioni locali variavano da “tirare diritto”, “ribadire”, “formalizzare”, ho capito che la questione si sarebbe dovuta affrontare lasciando da parte argomentazioni precostituite, partendo da un ragionamento più ampio che vada al di là delle questioni territoriali (quale territorio?), delle programmazioni funzionali alle esigenze logistiche o burocratiche senza tenere conto dell’evoluzione continua della richiesta formativa, dei personalismi che non riescono a portare l’attenzione sul reale obiettivo di chi opera nel mondo scolastico e cioè il “Diritto allo studio”. Gli articoli 33 e 34 della nostra Costituzione collocano il diritto allo studio nel novero dei diritti sociali ovvero di quei diritti che promuovono l’intervento delle istituzioni diretto a soddisfare le esigenze essenziali dei singoli ed in quest’ottica ritengo sia necessario avviare un confronto, aprire un dibattito, chiamare attorno ad un tavolo tutti coloro che possano apportare delle soluzioni concordate e ragionevoli.
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