Cambiare solo nell’interesse degli anziani e del territorio

Egr. Direttore, vogliamo rompere il silenzio sulla querelle che si è innescata sulla futura forma giuridica della RSA Santa Chiara. Non siamo finora intervenuti, e non interverremo fino a quando la legge regionale non sarà pubblicata, perché non ci piace, in un campo così delicato, discutere sul nulla. Lo stesso ritardo con cui la legge non viene resa pubblica fa pensare che forse qualcosa non va per il verso giusto. Riteniamo che in ogni caso qualsiasi variazione vada fatta nell’interesse degli Anziani Residenti e del Territorio. Per quel che ci riguarda la nostra preferenza è per il mantenimento dell’Istituzione sotto il controllo decisionale pubblico e a livello locale. Ci rifiutiamo di intervenire nel discorso del mantenimento del cadreghino, non ci sembra una cosa seria. Almeno per quanto riguarda Lodi ci sono delle ferree regole sull’impossibilità del terzo mandato e queste regole, che come tutte le regole vanno rispettate, furono approvate all’unanimità dal Consiglio Comunale dell’epoca. Un’altra cosa che teniamo ad evidenziare è che oggi, e come oggi per il passato, non esiste alcun obbligo legale per il Comune di Lodi di ripianare eventuali perdite della Rsa.

Tutto ciò che il Comune ha erogato a “Santa Chiara” è frutto di una scelta politica, peraltro condivisa da tutta la Città.

Abbiamo preso atto che i dipendenti sono presenti in servizio 24 ore per 365 giorni l’anno. Lo sapevamo. Il sottolinearlo è superfluo. Non siamo però certi che ciò valga per tutti i dipendenti.

Ci riserviamo un ulteriore intervento quando la situazione sarà più chiara.

Distinti saluti.

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