Gentile Direttore, trovo davvero sorprendente che nel porre alcune domande, e prima ancora di ricevere risposte, si possa giungere a delle conclusioni. Eppure, ciò è quanto ha fatto il signor Cerri, che in una lettera giunta in Comune il 3 ottobre (e contestualmente trasmessa anche al giornale, che ne ha dato notizia in cronaca il 4 ottobre, pubblicandola poi integralmente il giorno 7), dopo aver chiesto informazioni su alcuni reperti che si trovavano presso l’ex Istituto Fanciullezza, ha lamentato “silenzio e mancanza di chiarezza” da parte del Comune, manifestando “sospetti” a suo dire legittimi riguardo a un “colpevole smarrimento degli stessi”. È un atteggiamento che mi lascia ancor più perplesso considerando che, incontrando casualmente il signor Cerri prima di ricevere la sua lettera, avevo avuto modo di anticipargli verbalmente le risposte che gli sono poi state fornite ufficialmente in forma scritta. Pazienza, ciò che conta è il merito della questione, che di seguito intendo chiarire. Per quanto riguarda il busto in bronzo con piedistallo in marmo raffigurante Alfredo Maggi, già Presidente della Congregazione di Carità–Opere Pie, promotore della costruzione della sede dell’Infanzia Abbandonata di Lodi, ora ex Fanciullezza, l’opera si trova presso il Comune di Boffalora d’Adda, la cui amministrazione (in particolare l’allora e tuttora sindaco, Livio Bossi) ne aveva richiesto l’affidamento in comodato d’uso gratuito, in considerazione del fatto che Maggi fu prima podestà e successivamente sindaco di Boffalora; la concessione da parte del Comune di Lodi trova puntuale riscontro nella delibera di giunta n. 189 del 10/12/2012. Relativamente alle lapidi rimosse durante i lavori di ristrutturazione dell’ex Fanciullezza, i reperti sono attualmente custoditi all’interno dell’edificio, con l’accortezza e le cautele che tali manufatti richiedono, in attesa di essere ricollocati in consona posizione. Infine, la rimozione del pennone e del sottostante manufatto in marmo è stata effettuata in considerazione del fatto che tali elementi erano privi di qualsiasi valore artistico e di memoria storica, nonché di nessuna utilità pratica nel contesto dei lavori di riqualificazione dell’edificio: la rimozione era prevista nel progetto dell’intervento, su cui la Soprintendenza ai Beni Architettonici e del Paesaggio si è espressa con parere favorevole rilasciato in data 07/10/2010, ulteriormente ribadito in data 03/05/2012, in sede di valutazione della variante al progetto.Tanto si doveva per opportuno chiarimento.
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