Chiarimenti sullo stato di abbandono del Belgiardino

Un cittadino ci ha segnalato lo stato di degrado e abbandono in cui versa il parco della piscina Belgiardino. Alleghiamo le immagini del parco e le criticità da noi riscontrate.- Rifiuti abbandonati nell’area dei cassonetti, la quale non è direttamente accessibile al pubblico con automezzi, ma solo a piedi. Oltre alla gran quantità di rifiuti generici è possibile vedere materiale direttamente riconducibile all’attività del parco e della piscina (sdraio, sedie, manicotti, filtri dell’acqua, ecc.). Materiale che dato lo stato sembra essere stato abbandonato da diverse settimane.- Parte dei rifiuti abbandonati è classificabile come rifiuti pericolosi. Nello specifico, si possono vedere vernici e solventi e una batteria, di modello analogo a quelle utilizzate per automobili o per altri dispositivi a bassa tensione. Queste sono particolarmente dannose poiché contengono piombo e acido solforico. Il piombo è un metallo pesante cancerogeno e particolarmente dannoso per la salute. L’abbandono di queste batterie espongono il terreno e la falda sottostante ad altissimi rischi di contaminazione. Il metallo poi entra in circolo nel nostro organismo attraverso il cibo e l’acqua, determinando così gravi problemi per la nostra salute. La vicinanza con il fiume Adda inoltre espone l’ambiente a rischi ancor maggiori.- Abbandono di aree pericolose del parco, senza nessuna recinzione che protegga l’area del cantiere. Dalla nostra ispezione abbiamo avuto modo di rilevare il totale abbandono dei rottami della vecchia rampa per gli skateboard, con viti arrugginite che possono costituire un pericolo per la salute e l’incolumità dei cittadini. Ricordiamo che il parco è tutt’ora accessibile al pubblico, ed essendo un parco, il pubblico è anche e soprattutto costituito da minori. Inoltre è anche possibile vedere un pannello elettrico e i relativi cavi, il quale non sappiamo se sia ancora alimentato. Anche qui, dato lo stato dei legni e la quantità di rifiuti presenti fra i rottami, si presume che la struttura si trovi in questo stato da diverse settimane.- Nei pressi della piscina dei bambini abbiamo anche avuto modo di vedere diversi spuntoni metallici affioranti dal cemento, presumibilmente viti utilizzate per ancorare alcuni oggetti al terreno. Come si evince dalle fotografie, questi sono in un’area non recintata e totalmente privi anche della più elementare protezione. Pericoli difficilmente individuabili in aree che sono direttamente accessibili al pubblico.- Nella piscina dei bambini abbiamo anche rilevato la presenza di una panca metallica in acqua. Sottolineiamo che tutti i materiali pericolosi sono stati rinvenuti in aree a libero accesso al pubblico, senza nessuna recinzione che ne impedisse l’avvicinamento e senza la presenza di nessun cartello che ne segnalasse la presenza, costituendo così un grave pericolo per l’incolumità delle persone.Alla luce di ciò, abbiamo inoltrato oggi stesso un’interrogazione urgente (allegata in copia) per chiedere all’amministrazione comunale chiarimenti in merito allo stato di abbandono e degrado in cui versa il Parco. In base a quanto prescritto dal Testo Unico Ambiente 152/2006 e come confermato dietro nostra richiesta telefonica dal COBAT, ci troviamo di fronte ad un caso di abbandono di rifiuti pericolosi, per la quale il testo prevede sanzioni (come le cronache di questi giorni ci hanno ricordato), ma che potrebbe anche comportare provvedimenti più severi. Al riguardo occorre quindi fare un’opportuna distinzione e prioritariamente demarcare l’illecito amministrativo da quello penale: come discende dal combinato disposto degli articoli 255, 1° comma e 256, 2° comma, l’abbandono di rifiuti è sanzionato come violazione amministrativa se la condotta è realizzata da un privato e come reato contravvenzionale se è commessa da un titolare di impresa o un responsabile di ente.Secondo quanto precisato dalla giurisprudenza di legittimità, ai fini della configurabilità del reato di abbandono di rifiuti previsto dall’art. 256, 2° comma del D.Lgs. n. 152/2006, il riferimento alla titolarità di impresa non riguarda soltanto il soggetto formalmente responsabile dell’attività, ma include anche chi esercita di fatto l’attività imprenditoriale inquinante.Il cittadino che ci ha effettuato la segnalazione anonima non ha fornito nessun dettaglio circa chi può aver commesso il fatto, anche se tuttavia auspichiamo che il materiale fotografico da noi raccolto sia sufficientemente esaustivo per poter risalire alla persona o all’organizzazione che ha commesso il fatto. Ricordiamo che il Parco del Belgiardino è un area verde aperta al pubblico di proprietà dei Comuni di Lodi e Montanaso Lombardo, la cui gestione è stata affidata nell’anno 2014 (con opzione di rinnovo nel 2015 di cui noi non ne conosciamo l’esito) alla società Wasken Boys. Inoltre nel 2012 il parco fu assoggettato al pagamento di un biglietto di 1 Euro per i non residenti proprio con lo scopo di riqualificare il parco.Nel 2014, a seguito della chiusura di Gis, fu fatta una gara d’appalto per affidarne la gestione. La gara fu poi vinta dalla società Wasken Boys, la quale gestiva contemporaneamente sia l’impianto del Belgiardino, sia la piscina Ferrabini.A inizio 2015 noi abbiamo trovato un parco naturale in totale stato di abbandono, con aree trasformate in discarica di materiali pericolosi e aree pericolose non recintate o segnalate.Chiediamo quindi, anche alla luce della fermezza dimostrata dall’amministrazione nei confronti dei casi di qualche giorno fa, ad intervenire tempestivamente alla rimozione del materiale e alla messa in sicurezza del parco. Inoltre, data la natura delle convenzioni che regolano la gestione dell’area, chiediamo che sia fatta chiarezza circa i compiti, le mancanze, e le eventuali responsabilità, dei diversi soggetti coinvolti nella gestione e manutenzione del parco.

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