Ci sono cose che un Comune dovrebbe saper difendere

«Lodi è una città, caratteristica di una città è che è urbana, se volete il verde basta che andiate in campagna. La città cambia, VA cambiata».Sono le parole illuminatissime di chi trova ridicolo difendere un albero, e che, previa autorizzazione del Comune, ne ha tirati giù tre bellissimi e storici ad alto fusto in via Legnano angolo via Volturno, area ex-asilo nido. Nella giornata del 2 agosto scorso con alcuni residenti della zona si è cercato di impedire - o almeno far sospendere in attesa di accertamenti- l’abbattimento dell’ultimo superstite dei tre, un faggio, in pieno centro a Lodi. I permessi c’erano, preceduti da perizia secondo cui la classe di propensione al cedimento di queste piante sarebbe stata elevata: la classe C-D prevede infatti che se il proprietario non può provvedere alla messa in sicurezza ancora possibile (o non vuole: la manutenzione costa certamente più del risarcimento per la ripiantumazione) può decidere di abbattere.Le cose singolari però sono due. La prima è che in quell’area fino a poco tempo fa c’era un asilo nido, e gli alberi erano identici nella forma e nell’inclinazione a come lo erano allo stato attuale della perizia. Se erano davvero a rischio elevato di schianto com’è possibile che nessuno abbia provveduto ad abbatterli prima, quando sotto c’erano dei bambini? O non risultino perizie precedenti a questa (ho chiesto eventuale documentazione esistente ma non mi è stata fornita)? La seconda è che, non risultando alcun progetto edilizio approvato dal Comune in quell’area, è davvero singolare la fretta di doverli abbattere ad agosto, nel momento in cui le piante sono al massimo del loro rigoglio (e la gente è via).Di fatto, dal momento che l’edificio ex-asilo non può essere demolito ma dovrà essere oggetto di risanamento conservativo, se fossero rimaste le piante non si sarebbe potuto disporre nemmeno del terreno dal lato giardino per costruire. Il Regolamento del Verde del Comune prevede che, se non ripiantumate nella stessa area, si deve corrispondere una somma compensativa per ogni essenza abbattuta: questa somma è stata pagata, quindi chiaramente l’area sarà destinata ad altro. Qualunque cosa sarà si tratta di una proprietà privata, e potranno farla. Ma ci sono cose che sono di tutti, e un’amministrazione comunale lo dovrebbe sapere e saper difendere, dal momento che questo era un piccolo ma importante punto di verde, fino a poco tempo fa di proprietà del Comune stesso.È impossibile ormai far provare l’effettivo stato di salute o pericolo di quegli alberi, dato che la valutazione visiva non è più praticabile. Il faggio che poteva ancora essere salvato in extremis è stato oltretutto appositamente menomato, squarciato in due in modo che se ne vedesse solo una parte squilibrata, e lasciato così, in sofferenza, fino a pochi giorni fa quando i lavori sono ripresi e tutto è stato raso al suolo. Già che i lavori erano stati comunque momentaneamente sospesi si poteva evitare quantomeno questo ulteriore oltraggio e sfregio gratuito.Ringrazio chi con me ha cercato inutilmente di fermare lo scempio, e Luisa, che al telefono mi dice: ho dei pezzi di me che se ne sono andati.Rivolgo al mittente il disprezzo di chi ci ha consigliato di vivere in campagna; col pensiero che chi non ha dei pezzi di sé legati a un albero forse è soltanto molto sfortunato. E purtroppo per noi sembra in buona compagnia.

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