Come si può approfittare di un uomo nel momento in cui è solo e indifeso?

Caro direttore, sono una moglie che ha perso, per una terribile malattia, il suo compagno di vita, dopo 50 anni passati assieme. Purtroppo al dolore del momento si affiancano piccoli accadimenti che aggiungono sofferenza alla sofferenza. In particolare nelle ultime settimane, prima di mancare, è stato ricoverato presso il nosocomio cittadino. Qui, sotto l’effetto di antidolorifici era soggetto a continui prelievi, ed esami… tra un accertamento radiologico e l’altro, una “onesta persona” gli ha sottratto (tolto) la catenina con una croce. Purtroppo a nulla è valso il mio tentativo di recuperarla nonostante l’aiuto della caposala. Il suo valore affettivo è grande… è oltre al significato personale della catenina, di tanto in tanto mi domando come sia possibile che una “persona” che vive fra gli ammalati approfitti di un essere umano nel momento in cui costui è più debole, più indifeso… Stiamo forse perdendo la dignità? Con amarezza

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