Con l’area C il servizio dei trasporti pubblici resta deludente

Siamo in tempi di sperimentazioni in materia di traffico e di contestazioni, sia dei residenti nel centro storico di Milano sia dei pendolari dalla provincia, della istituzione della recente Zona C, una zona a traffico regolato che prevede il pagamento di un pedaggio per l’ingresso al centro. Di questi tempi si presuppone che per disincentivare il mezzo privato si operi con la massima efficienza nel trasporto pubblico, se si vuole che costituisca una credibile alternativa. Invece leggete cosa accade a una signora sandonatese, che dalla periferia si reca a teatro a Milano e decide, in ossequio alla legge della sostenibilità, di non ricorrere ai mezzi privati. Ovviamente la lettera andrebbe indirizzata al Sindaco di Milano Pisapia, perché più delle parole e dei propositi vale l’organizzazione dei servizi pubblici, specie se - come si dice - si vuole effettivamente combattere l’inquinamento e difendere la salute dei cittadini. “Vergognoso e deludente!” – così la signora S. Bertin definisce il servizio di trasporti pubblici milanesi e passa a raccontare la sua avventura serale e notturna. La signora è rammaricata di dover constatare che dopo aver vissuto 40 anni a Milano, nonostante l’esortazione all’utilizzo dei mezzi per migliorare ambiente e salute, il cittadino continui a prediligere la scelta di usare l’automobile per spostarsi in Milano. “Tuttavia la ritengo una scelta obbligata - confessa la signora - e questo che racconto è solo un esempio”. Abita a San Donato e l’altra sera decide di andare al Teatro Arcimboldi, zona nord, con i mezzi pubblici, considerato il traffico che attanaglia la città. Prima considerazione e prima difficoltà: “Il passante ferroviario da Rogoredo sarebbe stato molto comodo, ma sconsigliabile perché termina la corsa poco dopo le 23,00 e quindi non utile per il rientro a casa”. Ai nostri coraggiosi viaggiatori non resta che prendere la Metropolitana. “Ma al ritorno - continua il racconto - ci siamo visti chiudere le porte in faccia di MM3, alla stazione di Zara, alle 00,20 perché l’ultimo treno per San Donato era appena passato e quindi un addetto ATM ci ha indicato di prendere il mezzo di superficie posto in posizione parallela al tramvia 7”. Dopo un’attesa infruttuosa di 15 minuti, i nostri si vedono sfrecciare sotto il naso il bus sostitutivo per San Donato che sostava in posizione perpendicolare al tramvia! “Mi sembra così semplice invece mettere una segnalazione in stazione MM3 - costata la signora - con l’indicazione di questo bus e di dove prenderlo come fanno negli altri paesi!”. Intanto le indicazioni sbagliate, stante la confusione «geometrica» fra l’idea di «parallela» e quella diversa di «perpendicolare» da parte degli addetti preposti, provocano un evidente disagio per il cittadino. L’attesa continua, finalmente si sale sul bus successivo e dopo 40 minuti di viaggio i nostri malcapitati eroi giungono a Rogoredo. “Quando dal palco il comico ha chiesto ai cittadini in quanti avevano preso l’auto per giungere a teatro, mi sono stupita - conclude - che il 90% aveva alzato la mano, ma al contempo sono andata fiera di non aver preso l’auto, perché presumevo di vivere in una metropoli europea e per giunta nell’anno 2012! Poi invece purtroppo mi sono resa conto al rientro - è l’amara considerazione finale - che non dovevo sentirmi fiera ma cretina di non aver utilizzato, come gli altri, l’automobile privata!”. Quanto poi alla questione sicurezza in città si arrende: “In tutto questo bel giro turistico da nord a sud di Milano non si è vista neppure una pattuglia della polizia o dei vigili”. La vicenda ovviamente ha scoraggiato la signora, che non si è sentita incentivata ad usare i mezzi pubblici, anzi… A meno che l’Amministrazione cittadina non tragga spunto da questi fatti per verificare il buon funzionamento del servizio e, ove occorra, eliminare i tanti inconvenienti, questi sì nemici di qualsiasi politica di contenimento del traffico, Zona C inclusa.

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