Cosa aspettano a rimettere al suo posto quella lapide?

Egregio direttore, ho letto la giusta lamentela del signor Palladino, pubblicata sul vostro giornale il 6 gennaio scorso, circa l’obbrobrioso rifacimento della facciata dell’ex cinema Marzani di via Gaffurio. Mi chiedo quanti lodigiani saranno invogliati ad andarci ad abitare: come scrive il signor Palladino, “In pieno centro storico ad un passo dal Duomo e da decine anzi centinaia di splendidi edifici d’epoca con meravigliosi cortili ora c’è questa schifezza, ma come è possibile? Il centro non è tutelato? Chi ha potuto approvare tale scempio?”. Sarebbe molto bello e significativo poter conoscere i nomi e cognomi di coloro che, nel comune di Lodi, hanno fornito il proprio assenso a tale rifacimento: trattandosi di professionisti, varrebbe la pena di averne l’elenco, per sapere chi contattare in caso di ristrutturazione della propria abitazione.Ma ad attirare la mia attenzione è stato il vostro commento, riferito alla lapide scomparsa. Qualche settimana prima “Il Cittadino” aveva pubblicato una lettera del signor Giovanni Costa, il quale testualmente dichiarava: «Mesi fa mi trovavo a passare in bicicletta per via Gaffurio, quando vidi che nel tentativo di levare la lapide posta sul ex cinema Marzani, la stessa era stata spezzata in due tronconi; incuriosito ho rallentato, notando che la parte inferiore era stata posta su di un camioncino, mentre un muratore si dava da fare, con martello e scalpello, per togliere il pezzo rimasto attaccato al muro. Ho poi continuato la mia corsa». Mi ha sempre interessato questo argomento, perché la mia maestra delle elementari era una patita di Cesare Battisti, e il sapere che Cesare Battisti era stato a Lodi e aveva parlato al cinema Gaffurio, mi faceva tornare indietro con gli anni, quando ero piccolo e andavo a scuola. Il 12 luglio del 1916 Cesare Battisti, catturato dagli austriaci, fu processato e impiccato per tradimento. La lapide che nel 1924 fu affissa sulla facciata dell’ex teatro di via Gaffurio ricordava appunto la presenza di Battisti a Lodi. Il teatro è stato ridotto in briciole. Spero che la lapide non abbia subito la medesima sorte. Sul fatto che la lapide non sia andata distrutta mi ha sempre tranquillizzato una dichiarazione dell’allora assessore Simone Uggetti, dichiarazione che mi sono ritagliato: «La lapide non è stata distrutta e dopo la rimozione è custodita a Verona dall’impresa che sta realizzando il piano di recupero dell’ex Marzani, non perché Lodi non sia in grado di ospitarla, ma perché è l’impresa stessa che si farà carico (come da intese con il Comune, informata la Soprintendenza) di restaurarla (per la prima volta dalla sua apposizione nel 1924) ed in seguito ricollocarla nella posizione originale. È infine emblematico che proprio nel giorno in cui il consigliere comunale Papagni rilanciava le sue avventate accuse, “il Cittadino” riportava dichiarazioni di un funzionario della Soprintendenza che attestava come per rimuovere la lapide non fosse necessaria alcuna autorizzazione, perché l’edificio non era tutelato, dando atto al Comune di aver comunque richiesto una verifica preliminare “per analizzare se esistevano i presupposti per assoggettare il bene a tutela”. Vincoli o no, Comune e impresa hanno in ogni caso concordato la conservazione e la riqualificazione della lapide, che rappresenta una testimonianza storica da preservare e valorizzare, indipendentemente dalle prescrizioni di legge».Signor direttore, la lapide è sempre stata integra e non manomessa. Il signor Giovanni Costa dichiara di averla vista spezzata. Se la lapide, mai sbrecciata e integra, abbisognava di un restauro, significa che qualcuno l’aveva davvero rotta o manomessa. Cosa aspetta l’immobiliare che ha ristrutturato l’edificio di via Gaffurio, con quella facciata spaventosa, a rimettere al posto la lapide? Quanto tempo ci si impiega a restaurare una lapide? Lo stesso tempo della demolizione e della ricostruzione del palazzo che ha preso il posto dell’ex cinema Marzani? Oppure la lapide non c’è più? E se la lapide saltasse fuori, sarà la stessa – d’epoca – oppure si tratterà di una lapide nuova di zecca? Non crede, signor direttore, che sulla lapide il comune di Lodi si stia giocando una piccola parte della sua reputazione?

Mario Casali

Credo proprio di sì.

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