Egregio Direttore, sempre più spesso si sente parlare, negli ultimi tempi, di apertura dei “rubinetti” del credito da parte delle banche, come segnale di una lenta ripresa della nostra economia. Ora più che mai, dopo quanto accaduto a mia sorella, mi chiedo se non sia una colossale balla propinataci in pillole dai principali mezzi di informazione.Il fatto è questo. Mia sorella ha aperto in estate un’attività commerciale a Castiglione d’Adda, spinta dalla necessità di crearsi da sé un’occupazione in questo periodo di vacche magre, e ha chiesto, con l’appoggio di Artfidi, un aiuto economico, modesto in verità, che le consentisse di affrontare più serenamente le prime spese. Va precisato che Artfidi, di suo, garantirebbe già per buona parte dell’importo erogato dalla banca, i cui rischi, quindi, sarebbero molto limitati. Ma a quanto pare, ai direttori di banca piace scherzare, cosicché il direttore di un primo importante istituto di credito, naturalmente dopo essersi assicurato la cliente, ha negato non solo il prestito ma anche il fatto oggettivo che Artfidi avrebbe fatto da garante, nonostante direttore e “intermediario” si conoscessero personalmente...Dopo aver assistito a questa figuraccia, ci siamo rivolti ad una banca più vicina, che eviterò di nominare solo per non compromettere eventuali azioni legali ma su cui accenderei i riflettori molto volentieri. Qui sembrava chiaro fin da subito che fosse solo una questione di tempi tecnici e burocratici, ma che un aiuto sarebbe arrivato. Nel frattempo (e da luglio siamo già arrivati a fine settembre) il destino ha voluto che nostro padre, proprio colui che ci aveva fino a quel momento aiutato a restare a galla, morisse in un incidente stradale. Anche per contrastare le sopraggiunte titubanze del direttore (ma non era solo questione di tempo?), abbiamo fornito come ulteriore garanzia le polizze assicurative di nostro padre, di fronte alle quali il direttore non ha esitato a confermare che non ci sarebbero stati problemi. Ma ai “piani alti” pare che non la pensassero allo stesso modo, al che il direttore ha voluto prima vedere gli originali delle polizze e poi garanzia scritta che i proventi di tali polizze venissero depositati lì. Benissimo, se tutto ciò avesse consentito di avere un aiuto subito.Ci è stato pure dato via libera ad utilizzare parte della cifra richiesta, tant’è che mia sorella si è impegnata con alcune persone per coprire alcune spese fondamentali. Tutto inutile, il via libera non è mai arrivato. La figuraccia del direttore, che si è esposto in prima persona, non è però destinata a terminare qui. Di fronte a questo inspiegabile veto giunto dall’alto (vero o presunto che sia), ha autorizzato a concedere un fido e ad utilizzarlo, questo sì, fin da subito. Ma proprio al momento di utilizzarlo arriva il colpo di scena: manca il responsabile di zona che deve “SCHIACCIARE UN BOTTONE”!! È la comica finale.Mentre vi sto scrivendo, forse mia sorella sta già esponendo i fatti ad un legale, perché non è possibile che un cittadino venga ripetutamente preso in giro in questo modo. Sarebbe stato meglio sentirsi dire fin da subito che non se ne sarebbe fatto nulla, piuttosto che continuare a fare promesse, estorcendo per giunta cospicue garanzie. Un direttore che si espone in prima persona, più volte, senza combinare mai nulla, mi chiedo che poteri abbia e se meriti un posto di responsabilità di quel genere. Chiedevamo una risposta, non necessariamente positiva ma almeno definitiva, invece abbiamo ricevuto solo promesse, nessuna delle quali è stata mai mantenuta. Quale sarà la prossima?
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