Disoccupato a 52 anni, ma non ho più diritto al lavoro

Un buon giorno a Voi, io mi chiamo Mauro Lazzari e sono un disoccupato della provincia di Lodi. Niente di strano penserete Voi, «lei è solamente uno dei tanti» si ma con la differenza che io a 52 anni di età e 36 anni di lavoro alle spalle per la società non sono altro che una nullità. Questo perché a 52 anni sono troppo giovane (non come i politici o gli statali) per poter andare in pensione, ma anche troppo vecchio perché un azienda possa assumermi,non importa se ero un responsabile di magazzino, se mi occupavo della fatturazione attiva e passiva delle scritture di prima nota e del sollecito nei pagamenti, non importa se ho buone conoscenze di informatica e di molti programmi, non importa se quando c’era bisogno prendevo in mano il saldatore le pinze e altro e mi mettevo a fare lavori manuali, non importa se quando c’erano problemi cercavo di fare il possibile per risolverli perché il dovere ed il rispetto vengono prima del menefreghismo nei confronti dell’azienda, non importa se sul luogo di lavoro non perdo tempo a chiacchierare o a fare surfing su internet, il problema grande è che sono «vecchio» e che purtroppo ho fatto il grande errore di lavorare solamente per due aziende in questi 36 anni lavorativi e questo per le aziende significa «non avere esperienza» oggi quello che si cerca è 23enne neolaureato con conoscenza di almeno due lingue straniere sapere usare ad occhi chiusi SAP e altri programmi gestionali ed avere una pregressa esperienza lavorativa (ma le giornate sono ancora di 24 ore o sbaglio?).In 10 mesi ho risposto giornalmente ad una media di 6-7 annunci di ricerca presenti su internet nelle varie pagine delle agenzie di lavoro e nei vari siti di ricerca, risposte ne ho ricevute solamente 3 da aziende serie che però per il momento non cercavano una figura con le mie caratteristiche.Tra poco la disoccupazione finirà ed io mi ritroverò con un mutuo e le bollette da pagare (con cosa non so ancora) visto che io mi sono sempre guadagnato da vivere onestamente.Questa è la nostra Italia dove nei 150 anni dell’Unità per merito della nostra politica non è ancora stata capace di far valere ciò che sancisce l’articolo 4 della costituzione civile. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.Distinti saluti

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