Rubriche/Lettere
Giovedì 20 Novembre 2014
Dopo l’alluvione strage nei campi, i cacciatori andavano fermati
Buongiorno Sig. Direttore,come quasi ogni mattina, anche in questi giorni di alluvioni, mi avventuro all’alba con il mio cane per le campagne del lodigiano e mai, come domenica, ho incontrato tanti cacciatori con impressionanti quantità di capi abbattuti di ogni specie cacciabile.Queste povere bestie, in fuga dai corsi d’acqua che esodando hanno inondato le loro tane, i loro naturali luoghi di riparo, il loro habitat, hanno trovato ad aspettarli i cacciatori che non hanno faticato a colpirle allo scoperto ed impossibilitate a trovare rifugio.Non mi soffermerò sui cacciatori, del cui operato purtroppo non mi stupisco, ma su chi ha responsabilità decisionali sull’attività venatoria si. La decisione di lasciare la caccia aperta nelle aree colpite dalle alluvioni è stato un atto che a mente fredda definirei irresponsabile, di “pancia” invece mi verrebbe da definirlo un “atto criminale”.Qualora esistesse un regolamento venatorio, ammesso che esista e di cui non sono a conoscenza, che vieti la caccia in zone alluvionate, mi domando per quale motivo non sia stato fatto rispettare.La caccia non è di certo un’attività che si possa definire “silenziosa” e quindi non può essere sfuggita, considerato che non viene fatta con arco e frecce ma con i fucili.Domenica mattina all’alba, mentre i fiumi Adda, Lambro e Po raggiungevano i livelli massimi di piena ed invadevano le aree golenali impedendo il deflusso di rogge e canali con la conseguenza che le campagne del lodigiano erano in gran parte invase dalle acque e quasi tutti i comuni si trovavano in situazioni di allerta o emergenza, nell’aria risuonavano gli echi delle doppiette una dietro all’altra quasi a sembrare delle mitragliate.Possibile che nessuno le abbia sentite? Possibile che nessuno si sia posto il problema? Possibile che nessuno sia intervenuto?In una situazione di emergenza come quella vissuta in questi giorni nel lodigiano, dove l’ambiente (inteso nella interezza del suo termine) è stato messo a dura prova, mi domando per quale motivo chi con poteri decisionali sulle attività venatorie non abbia portato all’attenzione di chi stava gestendo l’emergenza il problema e non si sia intervenuti. Queste persone dovrebbero essere rimosse dai loro incarichi o avere la decenza di dimettersi.
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