Rubriche/Lettere
Venerdì 04 Settembre 2015
È una grossa perdita di patrimonio storico e architettonico
In poco più di un mese e in un’area ridotta di territorio, sono avvenute molteplici demolizioni nei centri storici e nelle cascine. Abbiamo perso per sempre molti edifici o strutture antiche, semplicemente per ignoranza.
Politici locali per oneri di urbanizzazione, architetti che gonfiano la parcella e imprenditori insipienti senza scrupoli, giocano un ruolo fondamentale nella scomparsa dei Beni Culturali. Nel perverso carosello della questione, anche l’apatia dei cittadini fa la sua parte e, sovente, non aiutano le chiacchiere post demolizione delle troppo deboli soprintendenze. Occorrono vincoli integrali su tutto l’edificato storico di ogni singolo comune, anche meno burocrazia sugli interventi di conservazione, ristrutturazione e restauro! In queste degradanti condizioni “facciamo scuola” all’Isis.
Partiamo con ordine: ecco di seguito la penosa classifica della volontà di distruzione, solo quella nota, appresa grazie alla stampa, o fin dove si è riusciti ad effettuare sopralluoghi e conseguenti denunce della problematica alla Soprintendenza.
Nei primi giorni di luglio è stato abbattuto un intero isolato storico a Salerano Sul Lambro, si trattava di abitazioni e edifici rustici pluristratificati, dal secolo XV ai primi anni del Novecento, in parte in affaccio alla piazza e al castello. Nella prima settimana di luglio, a Lodi, in via Cavezzali, hanno abbattuto le storiche case di ringhiera, edifici della seconda metà dell’Ottocento; importante testimonianza civile e sociale della città. Attorno alla metà di luglio è stata abbattuta la cascina Tombona, nel comune di Paullo. Il 16 luglio, è stato in gran parte abbattuto un edificio della seconda metà del Settecento, nel centro di Melegnano, interposto tra le vie G. Marconi e 23 Marzo, trasgredendo per altro anche le norme del PGT che, prevedevano la conservazione delle facciate. Il 28 luglio a Lodi Vecchio, in via Libertà, è stato abbattuto un edificio di impianto cinque – seicentesco.
Alla frazione Riozzo di Cerro al Lambro, il giorno 1 agosto, è stata abbattuta l’ultima testimonianza dell’antico palazzo Visconti Aicardi, già demolito nel 2008. Sotto i colpi della ruspa è caduto il muro di cinta in mattoni e l’ingresso monumentale al giardino all’italiana, costituito da due pilastri del Seicento, terminanti con decori a fiamme in pietra di ceppo. Nonostante le strutture anche in questo caso non erano sottoposte ad un diretto vincolo, il Ministero ne aveva predisposto la conservazione, conservazione che non è stata rispettata dall’amministrazione locale. Alla frazione Carpianello di San Giuliano Milanese, giovedì 13 agosto, è crollato uno storico edificio ad uso abitativo, in una corte rurale, durante interventi di recupero dello stesso stabile.
Siamo appestati dall’ignoranza e il concetto di centro storico come monumento d’insieme non è chiaro! La conservazione dei centri storici è legittimata dall’unicità, dalla rarità, dalla materialità della storia e dal valore culturale dei monumenti stessi.
Ogni monumento merita una cura adeguata, senza fare distinzioni sulla sua natura, non c’è distinzione di classe e non ci deve essere nemmeno tra i monumenti, che stabilisca quali meritino un grado di tutela maggiore o minore.
Consiglio direttivo Italia Nostra sezione Milano Sud Est
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