Facciamo una class action tutti assieme e chiediamo i danni

Caro Direttore, siamo costretti ancora una volta a chiedere ospitalità sulle pagine del tuo giornale per significare l’ennesimo disservizio delle poste accertato in data odierna. Racconto brevemente ai tuoi lettori un caso che ha dell’incredibile: un volontario che collabora con la nostra associazione, ha rinvenuto per puro caso una lettera con il logo ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili) che giaceva depositata sopra le cassette delle poste in via Grandi. Incuriosito per quella busta chiusa, verificava che l’intestatario era un Socio dell’ANMIC di Lodi, nientemeno che residente in via Kennedy. Chi è pratico di Lodi sa perfettamente che le due vie sono distanti e non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra, né tantomeno c’è un caso di omonimia riscontrabile. A noi sorge spontaneo un ragionamento che ci fa accapponare la pelle: ai nostri oltre mille associati a cui mandiamo regolarmente la nostra posta (via Posta Target), a quanti di loro non sarà pervenuta per l’ennesima volta la nostra Circolare (in busta chiusa, per la privacy) con notizie utili e regolari scadenze, nonchè bollettini di versamento? Stiamo subendo gravi danni, anche economici e d’immagine, tenendoo conto che è un’associazione (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili - ANMIC) che vive con il sostegno dei proprio Iscritti.Non certo per colpa nostra. Caro Direttore, abbiamo letto che anche Lei è molto «arrabbiato» sulla disfunzione delle poste. Perché non fare una class action tutti assieme e chiedere i danni, visto il muro di gomma?

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