Famiglia e vita, i tre candidati ora si esprimano sul patto

Egregio Signor Direttore,con rispetto di tutte le scelte e al solo fine di recarmi informato alle urne ho stamane inviato alle pagine Facebook dei tre candidati sindaco per la cittadina di Codogno copia del ‘patto’ proposto da una Associazione ‘Pro Vita’, chiedendo loro di esprimere le loro posizioni in merito.Tale ‘patto’ impegna a:1. realizzare un sistema di assistenza e previdenza sociale che abbia come centro naturale la famiglia - necessaria alla collettività, a cui lo Stato è debitore in quanto essa è comunità che genera, educa e assiste i bambini e si prende cura dei malati e degli anziani - ad esempio mediante la costituzione di un solo assessorato che si occupi di welfare e famiglia.2. preservare e promuovere il diritto naturale, costituzionalmente garantito, dei genitori ad educare i propri figli. Questo implica anche l’opposizione a ogni tipo di propaganda “gender” o lgbt la quale, introdotta negli Istituti di ogni ordine e grado spesso con il pretesto (in apparenza lodevole) di contrastare il bullismo, le discriminazioni, o di educare alla sessualità e all’affettività, considera il sesso biologico come fattore non decisivo dell’identità sessuale, parifica le c.d. “famiglie omogenitoriali” alla famiglia naturale e pretende di equiparare (e dunque di promuovere) ogni orientamento sessuale e identità di genere. A tal fine ritengo necessario: • istituire una commissione permanente che vagli i progetti didattici e i libri di testo che si vogliono introdurre nelle scuole, affinché non diffondano la suddetta ideologia, e non promuovano le più diverse pratiche sessuali, in particolare presso bambini e adolescenti la cui capacità critic a è ancora in fase di costruzione. • istituire uno sportello di ascolto al Comune o ai Municipi che raccolga e dia seguito alle eventuali denunce di genitori che si sentissero scavalcati dalle scuole nel loro insostituibile ruolo educativo, soprattutto sui temi riguardanti la sessualità, l’affettività e la famiglia.3. introdurre, potenziare e moltiplicare le iniziative di sostegno economico a favore della famiglia. In particolare: • rimodulare tutte le imposte e tariffe comunali agevolando, sia nel calcolo della base imponibile sia attraverso riduzioni tariffarie, le famiglie in base al numero dei componenti; introdurre un riconoscimento economico (inversamente proporzionale al reddito del coniuge, e tenendo conto di eventuali altre rendite) alle donne (o gli uomini) che svolgono il lavoro casalingo; introdurre in modo stabile e strutturale dei buoni per l’accesso ai servizi alla persona. Per esempio: (a) una dote per ogni nato, incrementata ad ogni compleanno, che sarà a disposizione del giovane al compimento del diciottesimo anno di età, per proseguire gli studi, iniziare un’impresa, sposarsi e/o per ogni altra esigenza legata alla formazione integrale della persona; (b) un buono spendibile per l’assistenza di anziani, malati e disabili e agevolazioni fiscali per chi opta per l’assistenza domiciliare, anziché il ricovero in strutture pubbliche, di detti soggetti; (c) un bonus bebè alle mamme che rinunciano al nido e tengono il bambino a casa; (d) un “mutuo dell’amore” per ogni coppia che si sposa, cioè un prestito a tassi agevolati o a fondo perduto che sarà, però, restituito in caso di separazione o divorzio. 4. incrementare l’efficienza e la presenza di nidi d’infanzia o micro-nidi, anche presso le grandi imprese e nei pressi degli uffici. La retta a carico dei contribuenti sarà inversamente proporzionale al numero dei figli, anche se non frequentanti contemporaneamente la medesima struttura;5. sostenere la vita nascente mediante aiuti finanziari a ragazze madri, donne con gravidanze difficili; istituire nei consultori uno sportello in cui venga fornita alle donne un’alternativa concreta all’aborto (progetto Gemma o simili). Adoperarsi affinché il diritto all’obiezione di coscienza contro le pratiche abortive (già previsto dall’ordinamento) venga ovunque garantito e il personale obiettore non subisca discriminazioni.6. contrastare a livello culturale e giuridico il riconoscimento pubblico di unioni gay o c.d. “famiglie omogenitoriali”. Aderire alle iniziative referendarie, legislative, regolamentari o politiche volte a difendere, promuovere o ripristinare la famiglia naturale come unico recipiente di benefici sociali e giuridici.7. votare contro tutte le iniziative in contrasto o incompatibili con le suddette politiche.Attendo le loro risposte e La ringrazio per l’attenzione.Cordiali saluti

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