Gentile Direttore Pallavera, negli anni in cui Antonio Dedè (del quale il Cittadino ha opportunamente celebrato i cento anni) era sagrestano del Duomo, io ero ai primi anni del Liceo Scientifico. Insieme ad altri due miei coetanei avevo intrapreso la scoperta di alcuni luoghi della città sconosciuti e inesplorati ai più. Uno erano i reperti di Paolo Gorini, di cui quasi nessuno conosceva allora l’esistenza e che si trovavano al piano terra del museo civico in Corso Umberto ed a cui era possibile accedere tramite accordi ad personam con il custode di allora. Ex ferocissimo vigile urbano motociclista. Un altro luogo in gran parte inesplorato erano le “catacombe” di San Filippo, credo tutt’ora sconosciute alla maggior parte dei Lodigiani.Il massimo però era la salita in cima al campanile della Cattedrale da cui si godeva uno spettacolo unico sulla città ma che arrivava facilmente alle prealpi bergamasche. Naturalmente, l’accesso al campanile era negato al pubblico però, tramite insistente opera di convincimento e adeguata offerta alla Cattedrale, alla fine riuscivamo a strappare al Signor Antonio l’agognato permesso.Sono passati tanti anni, ma conservo tutt’ora un grato ricordo di quell’esperienza e della persona del Signor Antonio che ci tenne bordone più di una volta. Mille di questi giorni Signor Antonio ed un caldo e grato ricordo della sua persona che rese possibile a me, allora adolescente, e ai miei amici un’esperienza indimenticabile. Cordiali saluti
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