Apprendiamo dall’edizione del Cittadino di questa mattina della scelta del nostro Sindaco di non dimettersi per seguire, direttamente, il suo «mentore» Renzi nella corsa per Roma. A parte che comunque il suo ruolo nell’organizzazione Renziana lo porta per troppo tempo e troppo spesso lontano dalla propria poltrona, ma come può, sig. Sindaco, farci intendere di partecipare ad una corsa tanto impegnativa ed affascinante e poi, sul più bello, fermarsi a guardare i suoi commilitoni passare il traguardo a braccia alzate? I casi sono due, uno la possibilità di sentirsi neutrale in caso di insuccesso, ma non è da lei abbandonare la nave che non riesce ad entrare in porto, l’altro la possibilità di salire comunque sul podio, ma per invito da parte dei vincitori. Ci assicuri sig. Sindaco di voler comunque rimanere al suo posto in esclusiva, di aver anticipato ai suoi compagni, ed ora ai suoi cittadini, che non accetterà nomine a chiamata, che non sarà, per scelta, ministro o sottosegretario, magari all’Agricoltura.
In città troppe volte si è mostrato attaccamento ai colori per poi seguire altre, più facili e prestigiose strade; sono di fresca memoria le posizioni prese a favore del mantenimento del prestigio e forza della nostra Banca, poi puntualmente disattese nella forma e nei fatti da chi, anche allora come ora, aveva sventolato il proprio attaccamento alle nostre terre. Funzionari e politici abbandonarono poi le posizioni espresse per seguire, legittimamente, i propri interessi, lasciando Banca e Fondazione con le pezze in quel posto, rientrando poi bellamente in Consigli di ogni genere e con ruoli prestigiosi.
Non vorremmo che anche ora, dopo aver sbandierato la propria coerenza, ci si debba trovare ad accettare incarichi piovuti dall’alto ed irrinunciabili, che comunque ci toglierebbero, di fatto, il nostro Sindaco. La città si piegherebbe ancora una volta alle ragioni private e di stato, ed in considerazione del fatto che non si vedono eredi prestigiosi all’orizzonte, perderebbe un valido timoniere in un evidente momento di tempesta.
Ci tranquillizzi, sig. Sindaco, ci confermi che oltre a non dimettersi non accetterà incarichi di nessun genere, e, con il suo lavoro, ci accompagnerà in questo grave momento di crisi istituzionale oltre che economico e morale.
Se così fosse la ringrazio, altrimenti sarà l’ennesimo caso di promesse non mantenute. Ad majora.
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