I capannoni e Lodicom: da che pulpito arriva la predica

Gentile Direttore, dopo aver letto le ultime due missive del redivivo Aurelio Ferrari, ex sindaco di Lodi, mi preme intervenire sugli argomenti, o più espressamente sugli attacchi, da lui espressi. A Ferrari vorrei chiedere il perché di tanto livore nei confronti della Lega Nord; il dente avvelenato nei confronti dell’avversario politico non mi parrebbe sufficiente a spiegare l’accanimento di Ferrari. Sulla Lega si continua a ragionare in modo pregiudiziale: è stato così durante i recenti festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, ed è così in questi giorni di emergenza immigrati. Partiti e firme giornalistiche poco inclini ad Alberto da Giussano sono “storditi” dai loro luoghi comuni anti-leghisti e non si preoccupano di vedere come la Lega cerchi di sostenere i veri interessi del Paese. A livello locale, mi piacerebbe sapere cosa Ferrari conosca del lavoro quotidiano dei Foroni , dei Guidesi, dei Sansotera, dei Parmesani e di tutti gli altri giovani (e meno giovani) leghisti che si dannano l’anima per il loro territorio. Se ci conoscesse saprebbe anche che non siamo tutti i giorni sul giornale a sputare veleno, ma che se attaccati non stiamo a prenderle. Lui non conosce noi, ma noi conosciamo lui. L’epitaffio politico di Aurelio Ferrari è Lodicom, ossia la versione lodigiana del classico carrozzone politico all’italiana. inefficiente e mangiasoldi (carrozzone chiuso dall’amministrazione Foroni). Da che pulpito arriva la predica, dunque. Ferrari si chiede poi quale bisogno il Lodigiano abbia di nuovi capannoni: la risposta è nessuno, peccato che questa risposta la si dia noi. Ferrari e la sua parte politica hanno amministrato nei 15 anni in cui il cemento ha saccheggiato il territorio lodigiano: a questo saccheggio proprio ora stiamo ponendo un freno per salvare il salvabile.

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