Gentile Direttore, approfittiamo della sua cortesia e dello spazio che vorrà concederci sul suo giornale per rispondere a due interessanti lettere pubblicate sul Cittadino del 4 e del 5 aprile, rispettivamente a firma Luigi Cremascoli e Chiara Franzelli, entrambe dedicate alla cosiddetta “vicenda Decathlon” di Pieve Fissiraga e che pur partendo da due assunti completamente diversi e contrapposti arrivano a porre la medesima domanda: a cosa serve la Provincia di Lodi?Ci scusino quei due lettori se semplificheremo le loro posizioni, ma da quanto abbiamo compreso il signor Cremascoli si chiede a cosa possa servire questa istituzione se sul territorio continuano a sorgere “indisturbati” capannoni come quello del nuovo insediamento di Pieve, mentre la signora Franzelli si domanda cosa ci stia a fare la Provincia se il suo ruolo deve ridursi a osteggiare realtà come quella citata che potrebbero portare nuove occasioni di lavoro nel Lodigiano. In buona sostanza, sul tema Decathlon la Provincia viene tirata per la giacchetta per motivi opposti: perché secondo il signor Cremascoli non fa nulla, perché secondo la signora Franzelli fa troppo e in modo sbagliato.Già questo basterebbe a significare che evidentemente, e non per colpa dei suoi lettori, sulla vicenda in questione non c’è la necessaria chiarezza e soprattutto non ce n’è sul ruolo della Provincia di Lodi, e delle Province in genere.In realtà, al quesito posto da entrambe le lettere bisognerebbe rispondere con un’altra domanda: cosa accadrebbe a questo territorio se non ci fosse la Provincia di Lodi? E cosa sarebbe già accaduto, soprattutto negli ultimi anni, se non ci fosse stata questa Amministrazione provinciale?Non vogliamo tediare i lettori del Cittadino, per cui ci limiteremo a ricordare cosa la Provincia ha fatto in tema di programmazione territoriale, sia sul fronte infrastrutturale e urbanistico, sia sulla vicenda rifiuti: ha evitato che il Lodigiano diventasse la “pattumiera” di altre Province, ha lavorato anzi per chiudere l’impianto di Cavenago d’Adda e per rendere completamente autosufficiente e autonomo sul fronte degli scarti il nostro territorio senza più discariche; ha evitato che a Senna venisse aperto il più grande impianto europeo di raccolta degli inerti. Ha lavorato per realizzare infrastrutture attese da anni, come la tangenziale di Codogno, quella di Livraga, la messa in sicurezza di numerose strade provinciali, la recentissima consegna del cantiere per la rotatoria di Orio Litta. Sarà un caso, ma quelli che restano i grandi nodi irrisolti della viabilità lodigiana non sono di competenza provinciale, ma di istituzioni superiori: cito solo la nuova tangenziale di Casalpusterlengo o la rotonda della Faustina a Lodi, per le quali comunque la Provincia ha già giocato ed è disposta a giocare in futuro un ruolo di pungolo, supporto e persino di contributo economico, vedi appunto la Faustina, perché pur non avendone diretta competenza le ritiene questioni rilevanti per la sicurezza e la qualità della vita dei propri cittadini. Di qui alla fine del nostro mandato è inoltre interesse prioritario della Giunta anche quello di proporre soluzioni concrete per risolvere finalmente il problema del traffico lungo la 235 da e per il casello autostradale di Lodi.Sul fronte degli insediamenti produttivi, la Provincia ha emanato linee guida innovative e molto precise sulla tipologia degli interventi, sul loro impatto, sulla necessità che vadano progettati con una programmazione che eviti quanto è accaduto in passato, con uno sviluppo “a macchia di leopardo”, che ha risposto solo a logiche di cassa dei singoli comuni, una politica, questa sì, che ha irrimediabilmente rovinato, sia sul fronte del paesaggio che dell’infrastrutturazione, ampie fette di territorio. La Provincia, proprio perché è attenta anche alle esigenze del lavoro, soprattutto oggi in una situazione di forte crisi, ha vincolato quegli insediamenti a scelte occupazionali premianti per i cittadini lodigiani, sia sul fronte delle opportunità che della contrattualistica.E ancora, non va dimenticato ciò che è stato fatto per progettare un futuro utilizzo del territorio che valorizzi le sue peculiarità storiche, artistiche e naturali, attraverso piani di intervento finanziati dall’Unione Europea, dalla Regione e, a breve ci si augura, anche dalla Fondazione Cariplo, destinati a creare una rete di mobilità dolce che renderà fruibili aree, soprattutto lungo i corsi d’acqua, fin qui trascurate. Proprio i progetti “Lodigiano per Expo” ed “Expo e oltre” rappresentano, nel concreto l’utilità della Provincia, come ente di coordinamento di Amministrazioni locali e realtà private in un’ottica di interesse collettivo. E’ proprio nel coordinamento che la Provincia ha giocato in questi anni, e intende farlo anche in futuro, un ruolo indispensabile. Non solo perché è la legge ad assegnarle il compito di una programmazione territoriale sovraordinata alle esigenze dei singoli Comuni, ma anche perché è nostra scelta politica quella di cominciare a dare al Lodigiano un’idea di sviluppo che non sia frutto di interessi particolari e di esigenze momentanee, ma risponda a criteri condivisi di crescita sostenibile, rispetto ambientale e paesaggistico, valorizzazione delle infrastrutture esistenti. Fin qui troppo spesso nei convegni e nelle assemblee i Sindaci hanno detto una cosa e poi nei loro Pgt ne hanno fatta un’altra: alle Amministrazioni locali chiediamo almeno coerenza. Non è un caso, ad esempio, se proprio la prossima settimana la Provincia firmerà un accordo strategico con il Centro Ricerche sul Consumo del Suolo, istituzione che a livello nazionale si preoccupa appunto di affiancare le Amministrazioni pubbliche in un uso responsabile del territorio.Cosa accadrebbe, chiediamoci questo, se la Provincia di Lodi non esistesse? Assisteremmo forse più facilmente a una spoliazione del territorio, a una sua progettazione, non solo produttiva, disordinata e disomogenea. Assisteremmo a ciò che per troppo tempo abbiamo visto nel passato, con i Comuni lasciati soli, all’interno dei propri confini, ad adottare soluzioni spesso non aderenti all’interesse del Lodigiano nel suo complesso.È per questo che come Provincia anche sulla vicenda Decathlon intendiamo svolgere fino in fondo il ruolo che la legge ci assegna, non perché pregiudizialmente contrari all’investimento del privato – peraltro nessuna voce della nostra Amministrazione si è mai levata per dire no all’insediamento in quanto tale – ma perché chiamati a svolgere un ruolo di coordinamento e controllo. In base al quale faremo tutte le verifiche e i confronti che sono di nostra competenza, anche se ciò potrà non essere gradito a qualcuno. Non vogliamo entrare qui nel merito della vicenda, perché sono in corso istruttorie tecniche e a quanto pare anche verifiche da parte di autorità statali. Vogliamo solo assicurare la signora Franzelli che la Provincia è qui per favorire nuove opportunità occupazionali e non certo per ostacolarle, purché nel rispetto delle norme. E vogliamo parimenti assicurare il signor Cremascoli che la Provincia non ha fatto passi indietro su questa vicenda e stiamo svolgendo fino in fondo il nostro ruolo, anche mentre, nostro malgrado, i lavori sul posto proseguono. Utilizzando se necessario anche le opzioni giudiziarie a disposizione, come il ricorso al Tar con la richiesta di sospensiva già notificata al Comune e che sarà discussa in questo mese o il ricorso che sarà notificato a breve contro la decisione dell’Amministrazione di Pieve di impedirci addirittura l’accesso agli atti: perché, ci chiediamo, un Comune dovrebbe ostacolare la verifica della Provincia? Si tratta come minimo di una dimostrazione di scarso rispetto istituzionale che, caro Direttore, non ci impedirà di lavorare nell’interesse del Lodigiano e dei lodigiani. E di porre un’altra questione: sarà un caso, ma i Comuni dove registriamo i più grossi problemi in ordine alla programmazione urbanistica e le polemiche più grandi sono quelli in cui il Partito Democratico è in maggioranza: a Pieve per il Decathlon, a Massalengo per l’ampliamento della logistica. La segreteria provinciale del PD, sempre così attenta in pubblico a chiedere un diverso consumo del suolo lodigiano, cosa ne pensa? E cosa ci dice sull’insediamento Decathlon e sulla logistica di Massalengo? Attendiamo risposte.Cordiali saluti.
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