Rubriche/Lettere
Martedì 29 Maggio 2012
Il centro sta morendo e la richiesta di aiuto viene ignorata
Gent.mo Direttore rubo spazio al suo giornale per esprimere la mia delusione nei confronti degli amministratori del comune di Codogno. Non sono una cittadina di questo paese ma a Codogno ci lavoro e purtroppo mi trovo inevitabilmente a dovermi confrontare con un tempo dove lavorare o almeno desiderare di farlo sembra addirittura un’impresa impossibile. Il periodo della crisi economica é sicuramente la causa principale. Lo stato di polizia che sembra a tutti i costi volerci accerchiare condanna inesorabilmente a prescindere comportamenti che ora come ora non ci appartengono quasi più, e a dare il colpo finale ci si mettono pure le istituzioni che sembrano non provare alcun interesse nel veder crollare lentamente la vita del loro paese, ovvero le loro attività commerciali: NESSUNO e dico NESSUNO che sembra tentare il più piccolo esperimento per tendere una fragile mano al centro di questa (un tempo) città della bassa.
Il centro storico di un paese come questo che sta lentamente morendo ogni giorno di più; e un amministrazione che davanti alle grida dei suoi commercianti non si attiva nemmeno per accogliere proposte o idee che almeno farebbero da stimolo a chi sta perdendo fiducia nella propria attività. La consapevolezza che il problema legato al mondo del commercio e la sua profonda crisi ricoprono l’intero territorio nazionale non deve essere una risposta definitiva, ognuno, commercianti ed amministratori ha il dovere di azionare al meglio la PROPRIE potenzialità e cercare in ogni modo di rianimare le PROPRIE attività creando un clima personale nel PROPRIO ambito e far si che il cittadino trovi più alternativa esattamente sotto casa.
Se gli amministratori di Codogno non se ne sono ancora accorti stanno amministrando un paese dormitorio, dove la gente non gravità più, dove il commercio, sempre più limitato., non crea più nessun interesse. e dove l’offerta di promozione è in assoluto del tutto inesistente: Codogno non ha un programma, degno di essere chiamato tale, che dia al cittadino momenti di svago nell’ambito del proprio paese e quindi alle nostre attività l’opportunità di tentare un miglioramento.
E pensare che un tempo Codogno era una realtà da imitare, nel suo piccolo non mancava nulla, tentava almeno di esibirsi,di cercare attenzione, di avere uno slancio tanto da entrare addirittura in competizione con la vicina Casale.
Era al centro tra Piacenza e Lodi senza volersi paragonare a queste realtà possedeva l’accattivante tranquillità della cittadina di provincia.
ORA.???.....ora si è svuotata nell’anima e nel cuore, quella che un tempo era una realtà commerciale indiscutibile se non invidiabile è diventata una realtà troppo difficile da sopportare: le attività stanno resistendo a fatica e non si sa ancora per quanto; ogni serranda che si abbassa è una pugnalata profonda che toglie tempo a chi coraggiosamente rimane: e intanto nella stanza dei bottoni nessuno tenta di capire quanti ancora si!amo e c sa possiamo proporre: forse sono presi solo dal fatto di voler far meglio di chi li ha preceduti.
Malissimo... accontentiamoci di essere quello che siamo e cerchiamo di far uso del buon senso ripercorrendo esattamente le idee di chi ha lavorato prima e considerare quelle valide come prospettiva di lavoro oggi.... Ripeto Codogno un tempo è stata un alternativa per molti, cerchiamo di ricordare come: non mi si risponda per favore che i comuni non hanno soldi perché questa risposta mi ha stancata. Se non ci sono soldi facciamo buon uso della nostra intelligenza e facciamola diventare collaborazione autentica, fattiva: non risolveremo tutte le difficoltà ma almeno sarà un modo per tentare di marginare questa crisi nella speranza di poter rivedere un po’ di luce.
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