Il Festival dei comportamenti umani a Lodi: senza una guida politica è stata un’edizione sotto tono

Egregio direttore, come ben lei sa, da 35 anni seguo ininterrottamente per ragioni professionali la vita della città di Lodi e della provincia, nei suoi aspetti quotidiani: tutto quello che serve per fare informazione. Con presupposti di seria obiettività della vita civile, economica e politica, in particolare come concetto di polis, (non mi sono mai occupato di fare il lacchè, né di sviolinare un partito o l’uomo di turno al comando). Il mio alto concetto di “polis” nella più moderna visione: prima bisogna amare i doveri e conquistarsi i diritti nel rispetto verso tutte le parti contendenti, di essere super partes per chi esercita un ruolo pubblico (anche se non è un pubblico funzionario) ovvero in mezzo alla gente. E stare in mezzo alla gente, spesso si sentono semplificazioni sui temi ricorrenti e troppo spesso semplificati al “tutto sbagliato, tutto da rifare”, in special modo sulla politica, dove le semplificazioni e movimenti spontanei hanno creato i presupposti per facili successi elettorali. Per arrivare al sodo di questa lettera, la mia personale riflessione per lodare la seria politica, che quando ci mette la passione può far decollare manifestazioni, che altrimenti pur belle, create da amorosi e qualificati funzionari pubblici, si fermano al dovere; in particolare per commentare la recente - Quarta Edizione dei – Comportamenti umani, una edizione che, sicuramente abbozzata dall’ex assessore alla cultura, ha visto la luce con i funzionari dell’assessorato e del direttore del Progetto Programma che dall’inizio ne cura la realizzazione.Edizione sotto tono: non si è visto fermento in città, i volti agli eventi erano in maggioranza lodigiani, ed a parte le perle finali, il pubblico scarseggiava. Non si è vista l’anima, una guida, quel valore aggiunto dato dalla guida politica che se ben organizzata ed aggiunta a visioni strategiche sa veicolare la manifestazione oltre i confini di competenza, portandoli verso i centri vicinori con scambi ed osmosi che sono l’ossatura di ogni sana politica di impegno. L’esempio più negativo è risultato l’incontro con Giuliano Sangiorgi, scrittore - cantante e front–man dei Negramaro, che sabato sera avevano un concerto sold out, e giustamente la Questura di Lodi aveva richiesto un sicuro percorso di afflusso all’entrata e di deflusso al ritorno e stazionamento di pattuglia e supporto della locale Protezione Civile. Dopo le 18 quando nel resto della città tra parchi e piazze c’era affollamento, all’Auditorium solo poche centinaia di teen ager ansiosi di vedere il loro idolo, una desolazione, un flop, che una guida politica responsabile avrebbe messo in circuito nelle associazioni cittadine, che spesso ignorano le brochure patinate stampate per l’occasione, ma se sollecitate sanno rispondere. Al ritorno: sono accolto da una città viva, che paciosamente si godeva il sole di una domenica primaverile vissuta nel rispetto della polis, tra parchi, piazze, o tranquillamente seduti ai tavolini dei caffè. Una riflessione alla vista dei cartelloni di propaganda con i volti dei 7 candidati alle prossime elezioni per la guida della città, collegati da 17 liste. Sono tanti i cittadini che in queste settimane dibattono e veicolano idee per questa città, il mio augurio è che si sviluppi un sano dibattito ed una civile passione politica per dare quel colpo d’ala e di partecipazione: carburante ideale per amministrare la cosa pubblica. Con i bilanci che sicuramente non saliranno, ma saranno oltremodo decurtati, si salverà la polis con il virus del perfetto confronto, che chi vince deve avere la sana passione e la giusta onestà nell’amministrare e chi perde di esercitare la dura e onesta opposizione. Caro direttore, visto che ha già programmato una serata con tutti i candidati, tra le domande che porrà, che saranno di riflessione ed altamente propositive; aggiunga, che solo la passione civile, farà volare una città, specchio e riflesso di identità lodigiana, altrimenti ci saranno gradevoli monumenti, o semplificando azzurri intrecci, ma verso un lento ma inesorabile declino di anonimato nella galassia metropolitana milanese.

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