Il furto alla scuola Pascoli di Lodi: Atto infame, ma nulla si fa per contrastare il fenomeno

La notizia del furto alla scuola “Pascoli” mi ha colto di sorpresa lunedì, mentre mi trovavo a Milano per una conferenza di servizio sulle Indicazioni Nazionali.La rabbia, il senso di impotenza dovuto alla considerazione che nulla si fa per ostacolare il fenomeno (basterebbe un sistema d’allarme collegato alle forze di polizia per quei plessi – come il nostro – spesso protetti da semplici vetrate), la gestione di tante emergenze mi hanno impedito di dare un segnale immediato. Lo faccio ora, due giorni dopo l’accaduto. Rubare ai bambini è un atto infame perché si sottraggono loro strumenti necessari a migliorare il processo di apprendimento e a facilitare l’attenzione e la concentrazione, spesso difficili da catturare attraverso la lezione frontale.Le classi che operano con le LIM (lavagne interattive multimediali) non sono ancora la totalità; altri hanno fatto scelte diverse, impegnando economicamente le famiglie. Noi abbiamo cercato di procurare il necessario attraverso i finanziamenti ministeriali, caricandoci di lavoro come punto ordinante provinciale per poter ottenere uno o due kit in più.Le prospettive future (assegnazione di € 4.000,00 a seguito di partecipazione a bando della Fondazione BPL, la speranza di un altro finanziamento regionale, sempre derivante da un impegno di lavoro aggiuntivo e gravoso, che chi scrive ha messo in campo proprio per questa ragione) lasciavano sperare nel potenziamento delle dotazioni esistenti e in un ampliamento del numero dei beneficiari.Ora, senza pc e prive di videoproiettori, tre classi del plesso “Pascoli” si trovano sprovviste dei supporti necessari ad operare con la lim.La reazione degli alunni alla scoperta del furto è stata di sconforto, di reale dispiacere. Un’insegnante di classe 2^ mi ha riferito la preoccupazione dei bambini per il lavoro perduto, in quanto memorizzato sui supporti informatici, e per le ripercussioni negative sull’attività didattica.Quasi certamente i ladri ricaveranno “quattro soldi” dalla cessione dei beni a ricettatori senza scrupoli; alla scuola, invece, il danno costerà molto. Ancor di più costerà ai bambini verificare che esistono persone pronte a rubare loro non solo beni materiali, ma pure la fiducia negli altri e nel rispetto dei valori a cui da sempre ci sforziamo di educarli.

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