Gentile Direttore, le chiedo ospitalità per alimentare una discussione a beneficio di una maggior comprensione dei lettori del suo giornale, almeno spero, visto che “Il Cittadino” è anche un valido strumento per interloquire con i responsabili delle amministrazioni locali.
Mi riferisco all’intervento del Presidente della provincia di Lodi, apparso sabato scorso, dove afferma che l’ente provincia “ha disponibilità di cassa che però non può utilizzare” a fronte del ormai famoso vincolo del ”patto di stabilità” , vincolo sottolineato di recente anche dal Senatur a Pontida. Bene, adesso accenno ad un strumento legislativo, il D.L. 70/2011, che introduce novità nella legge 163/2006 e specifica meglio il “leasing in costruendo”, modalità attraverso cui si potrebbe utilizzare la disponibilità di cassa rispettando il famoso patto di stabilità.
Il leasing in costruendo costituisce una forma di finanziamento privato delle opere pubbliche, già sperimentata da diverse amministrazioni, normato dal 2007 e recepito nella 163, diverso dal Project Financing, dove i flussi di cassa derivanti dalla gestione dell’opera in leasing devono ripagare i costi sostenuti per la sua realizzazione, quindi non soggetto a valutazioni di sostenibilità economica e finanziaria. Non distraggo il lettore nell’argomentare l’efficacia di tale modalità di appalto e realizzazione di beni d’interesse collettivo, ma focalizzo l’attenzione sul fatto che la modalità del “leasing in costruendo” permette di non sottostare al patto di stabilità, talvolta preso come una giustificazione all’inerzia amministrativa.
Premesso che il canone verrà corrisposto dall’ente pubblico solo all’entrata in esercizio dell’opera da realizzare, tale canone di leasing si compone di una quota capitale e di una quota interessi, che verranno contabilizzate per i principi della contabilità pubblica tra le spese correnti, consentendo quindi di fatto il rispetto del patto di stabilità.
Ben conscio della specificità del tema preso in considerazione e senza voler annoiare con decreti, articoli e commi, con le considerazione di sopra e seppur con la breve analisi mi permetta di voler dimostrare che: o è manifesta la non conoscenza delle normative o si paventano degli alibi per celare la non capacità di programmare e realizzare opere e servizi per soddisfare i bisogni dei concittadini.
Insieme alla convinzione di aver leggermente incrinato il totem del “Patto di stabilità”, cordialmente saluto.
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