Il pressing dei mendicanti è diventato insopportabile

La crisi sociale ed economica attanaglia tutto e tutti e gli immigrati arrivano in Italia in quantità sempre più massiccia; ed anche Lodi è diventata riferimento per molti stranieri e soprattutto di colore. Ma la ricettività della città non è sinonimo di garanzia di lavoro e quindi di sussistenza di mezzi. Non so come funzioni il meccanismo della solidarietà lodigiana, ma riscontro quanta necessità ci sia di trovare una soluzione al problema. Questi stranieri ( soprattutto di colore) ricorrono all’accattonaggio come alternativa forma di autofinanziamento in mancanza di altri mezzi di sostentamento. È un rito che viene celebrato nella maniera più normale che esista. Questi ragazzi, in gruppo, al mattino si ritrovano e si spartiscono le postazioni per l’accattonaggio. Prima erano pochi ed intimiditi per la paura di essere denunciati o comunque messi fuorilegge perché clandestini od altro; ora sono sempre più numerosi, più organizzati e diventati arroganti. Si contendono, gomito a gomito, le poste più ambite per il passaggio pedonale dei bar, supermercati, tavolini sotto i portici e persino al cimitero.Quando si ha fame, tutto viene considerato lecito; ma quando la mano tesa diventa un motivo di scontro perché effettuata con un gesto stizzoso ed aggressivo, allora bisogna correre ai ripari e prendere le opportune distanze. Essere seguiti per non aver acconsentito ad una richiesta di elemosina comincia ad essere un fatto negativo che evidenzia come nessuna autorità intervenga per regolare questi rapporti atipici fra cittadini e questa nuova frontiera. Ormai la loro presenza ed il loro approccio sono disagevoli ed indisponenti; ti seguono fino a quando non ottengono qualcosa; come fanno le persone anziane, per strada od all’uscita del supermercato, a sostenere questo pressing asfissiante e psicologico perpetrato per ottenere la moneta od un euro? Subire ogni giorno, per strada, questo attacco psicologico, crea a chi scrive, un profondo ed irreversibile disagio. Non si può tutti i giorni dare a tutti; i tempi sono diventati duri per tutti e la solidarietà ha dei limiti. Chi può dare la ricetta per guarire questa piaga per evitare che ogni giorno, ad ogni ora ed in ogni dove, si debba essere psicologicamente aggrediti da chi, anche a ragione, pretende un gesto di solidarietà?

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