
Da circa 3 mesi ai donatori di sangue, dell’Avis di Lodi, che desideravano un caffè prima o dopo la donazione, si trovavano davanti un bicchiere con del liquido, che arrivava in bidoni dalle cucine dell’ospedale, ma che del caffè non aveva neanche il profumo. Questo perché il macinino del caffè si era rotto . Prontamente, la caposala del centro trasfusionale si è premurata di fare arrivare le regolari richieste all’ufficio responsabile. Le richieste si sono ripetute più volte ma nessuno si è mai interessato di provvedere tanto meno di venire a vedere. Questa è l’ennesima dimostrazione di come l’amministrazione dell’azienda si disinteressi dei donatori lodigiani. Lo dimostra il fatto che le donazioni si svolgono ancora in locali non idonei e pericolosi: sono crollati soffitti, si sono sospese le donazioni mandando a casa i donatori perché la sala prelievi si era allagata per un temporale e in estate non essendoci il condizionamento ci sono frequenti malesseri per il caldo.Le scuse dell’amministrazione sono sempre le solite “mancano i soldi per spostarvi “ è un a solfa che sento da venti anni e i donatori rispondono “ma i soldi per fare un mega ingresso li hanno trovati”. I donatori si lamentano ma vengono sempre a donare, anche in condizioni disagiate, perché è nella loro natura altruistica e generosa. Finalmente chi dona può bersi un caffè normale, grazie alla colletta fatta dai donatori per aggiustare il macinino... Speriamo, che nell’apparato amministrativo il buon senso prevalga
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