Distinta redazione del quotidiano Il Cittadino,vi scrivo la seguente per chiarire alcuni punti sollevati dalla stampa locale in merito alla questione in oggetto e per far sì che abbiano voce anche i residenti della zona, e non solo le volontarie da voi contattate e intervistate.Innanzitutto ci tengo a chiarire che la colonia felina non si trova «in periferia» e nemmeno nella «prima periferia» del paese: la colonia sorge nell’area che comunemente i sanrocchini chiamano «crocione», la quale rappresenta uno dei due nuclei storici attorno a cui si è sviluppato il paese. Ritengo importante anche specificare che non ci sono cadaveri di gatti avvelenati: questa voce, girata incontrollata sulla stampa locale, è stata smentita dalle volontarie stesse. Per quanto riguarda invece la colonia felina vera e propria posso affermare che i residenti hanno subito la sua creazione, su probabile sollecitazione delle volontarie che la curano. L’installazione di una simile iniziativa nel cuore di un centro abitato avrebbe dovuto, a nostro modo di vedere, vedere i cittadini coinvolti. Apprezziamo tutti il lavoro delle volontarie, che però, guarda caso, non risiedono in zona (ma anzi anche in comuni limitrofi) e quindi non possono essere a conoscenza di quelle criticità e di quei problemi che solo i residenti possono conoscere. I cittadini si sono quindi ritrovati ad avere, in mezzo alle loro case, una colonia felina, curata per lo più da persone che qui non vivono, pensata, secondo quanto comunicatomi dall’ASL, per dare rifugio a 12 gatti. Il fatto che questi gatti siano diventati 30 rappresenta un problema, ancor prima che per le persone, per gli stessi animali: la struttura non è infatti in grado di reggere un continuo aumento della popolazione felina e, ritengo, che forse le volontarie stesse non abbiano forze sufficienti per curare una popolazione felina soggetta a simili sbalzi numerici.Il giorno stesso dell’uscita del primo articolo sulla questione ho provveduto a fare una serie di foto, che qui allego, che mostrano lo stato in cui abitualmente versa la colonia felina: contenitori di plastica ricolmi di acqua putrida, che stagna da giorni e giorni, e avanzi di cibo ricoperti di mosche creano un innegabile degrado che danneggia, lo ribadisco, i gatti ancor prima che i cittadini. Senza considerare che, per norma, il cibo andrebbe ritirato un’ora dopo essere stato somministrato ai felini.Ma al di là di questo, appare chiaro che la struttura attuale non è adeguata ad una popolazione felina soggetta ad incrementi incontrollati (si veda la questione degli ignoti che abbandonavano in zona intere cucciolate), con conseguente malessere per gli animali stessi, che durante tutto il corso dell’estate sono stati visti deperire, anche a causa del gran caldo. Il numero incontrollato dei gatti aumenta, per altro, il lavoro connesso alla colonia felina, rendendo difficile il suo controllo da parte di forze rigorosamente volontarie e causando di conseguenza un incremento del degrado in zona. I cittadini che mi hanno contattato o da me contattati sono tutti concordi sul fatto che la situazione attuale sia inadeguata. Per il benessere degli animali coinvolti e per il decoro urbano di un quartiere storico del paese noi riteniamo pertanto necessario uno spostamento della colonia felina, e la creazione di una struttura chiusa, che possa essere monitorata adeguatamente. Se la colonia dovesse rimanere dove si trova invece auspichiamo controlli mensili da parte dell’ASL, un maggiore rispetto delle norme igenico-sanitarie da parte di chi somministra alimenti agli animali e una necessaria chiarezza in merito ai numeri massimi che la colonia potrà sopportare. Rimanendo a disposizione per ulteriori chiarimenti vi auguro buon lavoro e porgo distinti saluti,
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