La crisi non è bastata a far rinsavire la parte opulenta della società

Gent.mo Direttore, Le invio questa foto scattata oggi, 16 Maggio, mentre depositavo nel cassonetto l’umido di casa; aprendo lo sportello sono rimasto agghiacciato, quello che si può osservare è soltanto una piccola parte delle due scatole contenenti ciascuna otto confezioni del formaggio in questione; la data di scadenza riportata sulla confezione è di pochi giorni anteriore a quella odierna. Urgono un paio di considerazioni, la prima concernente le più elementari norme di civiltà che avrebbero dovuto spingere l’utente a suddividere il cartone della confezione dalla plastica del singolo prodotto ed infine il contenuto, conferendoli negli appositi cassonetti. La seconda considerazione è di carattere etico; mi chiedo come sia possibile gettare via dei generi alimentari oggi, 2014, con milioni di persone che non hanno letteralmente nulla da mettere nel piatto questa sera e probabilmente anche nei giorni a venire; mi chiedo se ci si renda conto che, gettando cibo in un cassonetto, si gettano materie prime, lavoro di uomini, combustibile usato per il trasporto delle derrate, “lavoro” di animali spesso allevati in condizioni pietose, considerando inoltre i costi per lo smaltimento e il relativo inquinamento. Allora, di fronte a cotanto spreco, sono portato ad auspicare che questa crisi non abbia ancora raggiunto l’apice e che possa durare ancora a lungo, se ciò servisse a far rinsavire la parte opulenta del genere umano. Da non credente mi piace ricordare le parole di un proverbio in un recente libro del Priore di Bose, Enzo Bianchi: «Il pane di ieri è buono domani». La ringrazio e La saluto cordialmente.

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