Gentile direttore ho letto l’articolo in cui si parla dei danneggiamenti agli arredi urbani messi in atto in corso Vittorio sabato notte. Pare proprio che per questi benedettissimi arredi non ci sia pace: prima sono stati piazzati in fretta e furia, circa un anno fa, forse con l’intento di fare una gradita sorpresa alla cittadinanza, sorpresa della quale avremmo fatto volentieri a meno, preferendo vedere dei soldi pubblici spesi per interventi più utili e più urgenti; poi sono stati tolti per consentire i lavori di ripavimentazione e la realizzazione di quelle aiuole con alberelli annessi che forse, nell’immaginario dei nostri amministratori, dovrebbero far somigliare le nostre vie alle ramblas spagnole; poi al termine dei lavori sono stati ricollocati, ma disposti diversamente; infine sabato notte sono stati oggetto di atti vandalici: una bella catena di vicissitudini, considerando che questi oggetti sono in circolazione da meno di un anno. Ovviamente non sto qui a dire quanto siano deprecabili le gesta di tali danneggiatori, ma non posso esimermi dal far notare che molto prima che venisse attuato questo “raid vandalico” i suddetti arredi erano già conciati piuttosto male, pieni di segni e sfregi neri e screpolature che non sono danni inferti da ignoti ma si vede benissimo che sono causati dalla normale usura che ci si aspetta di vedere quando degli oggetti di vetroresina bianca vengono piazzati su una strada molto frequentata, con buona pace di chi dice che la vetroresina è resistentissima. Sì, sarà anche resistentissima, ma è comunque bianca, e da che mondo è mondo il bianco è un colore sporchevole: forse gli unici che non lo sanno sono gli “esperti” di arredo urbano che lo hanno scelto. Non occorre una grande fantasia per capire che degli oggetti così esteticamente delicati non sono fatti per essere piazzati in un contesto stradale come corso Vittorio che, a dispetto del fatto che si tratta di zona ztl, è più trafficato della Via Emilia. In una strada dove passano corriere, pedoni,ciclisti, vetture che hanno il permesso perché appartengono ai residenti, furgoni e furgoncini che hanno il permesso perché servono i negozi, eccetera, eccetera, come si può sperare che le belle bolle candide rimangano intatte? Qualunque individuo con un minimo di senso pratico sarebbe in grado di capire che delle cose così delicate sono arredi da interno che stanno bene al chiuso, al coperto, che ne so, in una galleria commerciale per esempio, o al massimo in un parco o nel giardino di un museo, se vogliamo farne un uso più acculturato (in fondo anche nel cortile del Louvre hanno piazzato una piramide di vetro che non c’entra niente…). Per mantenere in ordine questi arredi “fortemente voluti” per l’abbellimento del centro ci vorrebbe una squadra di addetti alle pulizie che se ne occupi assiduamente, ma mi rendo conto che in una città dove non si riescono a tenere puliti nemmeno i marciapiedi, una cosa del genere è pura illusione.Certo che se al posto delle leggerissime palle bianche ci fossero state ancore le vecchie e massicce fioriere che avevamo prima, i suddetti guastatori non le avrebbero potute spostare nemmeno di un millimetro e forse, trovandosi di fronte a un’impresa troppo faticosa, gli sarebbe passata la voglia di trasformarsi in una mandria di tori.
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