Rubriche/Lettere
Martedì 28 Marzo 2017
L’Adda Morta è ridotta a un rigagnolo e nessuno muove un dito
Sono un fotoamatore che molto spesso lascia Milano per raggiungere il vostro territorio, ho l’hobby di scattare foto alla flora e alla fauna presente nelle lanche lungo il fiume Adda. Le località che frequento sono solitamente Soltarico, Cavenago e Castiglione. Vi scrivo per la situazione in cui si trova la cosiddetta “Adda Morta” di Cavenago.Il vecchio letto dell’Adda si è ormai quasi del tutto prosciugato, si è ridotta a un rigagnolo e nessuno muove un dito. Devo stigmatizzare l’assoluta assenza degli enti locali, ai quali sembra non importi nulla assistere all’asfissia di uno dei più bei patrimoni naturali esistenti in Lombardia. E se agli amministratori pubblici non gliene frega niente di quanto sta accadendo, significa che anche la cittadinanza è totalmente indifferente alla salvaguardia del patrimonio ambientale della propria terra. Ma gli abitanti di Cavenago d’Adda non apprezzano ciò che hanno sul proprio territorio, un patrimonio del quale dovrebbero andare fieri?Leggo sul sito Internet del Parco Adda Sud: «Il corso dell’Adda si snoda, nella sua parte meridionale, tra depositi alluvionali. I terrazzi più antichi, di età olocenica, sono i più distanti dal letto fluviale, mentre i più recenti degradano lentamente verso l’asta del fiume. Il territorio protetto comprende, oltre ai boschi rivieraschi, anche zone palustri costituite da “lanche” e “morte” che il fiume ha formato nel tempo, cambiando percorso...».Ma i signori del Parco Adda, che si fregiano della presenza delle “Morte” e della lanche, non si vergognano di questa situazione? Come possono farsi belli per l’esistenza di queste lanche, se poi mandano alla malora un simile patrimonio ambientale? È proprio impossibile reperire fondi europei per riossigenare l’Adda Morta di Cavenago? Possibile che a Bruxelles non ci sia la possibilità di ottenere finanziamenti a tale scopo? Se non si fa nulla, la fine che sta facendo la “Morta” di Cavenago è quella che attende le lanche di Soltarico e di Castiglione, la cronaca di una morte annunciata. Non è sufficiente buttare dentro un po’ d’acqua in queste lanche: il loro letto si è alzato, è necessario togliere dal fondo tutti quei sedimenti che si sono depositati negli anni: tra l’altro, si tratta di materiale inerte che può essere insacchettato e venduto in qualsiasi garden, come terra pregiata, ricchissima di humus.Nella speranza di poter gettare - mi sia consentita la battuta - un sasso nello stagno, ringrazio per l’attenzione e spero che pubblicherete la mia lettera.
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