Rubriche/Lettere
Giovedì 24 Maggio 2012
Le mie critiche erano rivolte agli organizzatori della serata
Gentile Direttore, leggendo l’intervento della signora Scoglio pubblicato il 22 maggio non sono riuscito a cogliere le contraddizioni che mi vengono attribuite. Non vedo infatti come ribadire la disponibilità mia e di tutta l’amministrazione comunale a prendere in considerazione ogni posizione e confrontarsi con chiunque su qualsiasi argomento che riguardi la città (in questo caso, la realizzazione del nuovo canile) possa essere contraddetta dalla sottolineatura del deludente livello di partecipazione (8 residenti) all’iniziativa promossa a Torretta qualche settimana fa dai consiglieri comunali Tadi, Zireddu e Papagni. È infatti evidente come le mie dichiarazioni non fossero rivolte ai residenti (che, ripeto, fossero stati ancor meno dei pur pochi presenti avrebbero comunque meritato attenzione), ma ai promotori della serata, che dopo aver dimostrato (almeno in questa circostanza) una scarsa capacità di mobilitazione e coinvolgimento della cittadinanza, si erano rivolti alla stampa reclamando la convocazione di un’assemblea pubblica sul canile, rivendicando come un “successo” dovuto alle loro sollecitazioni la disponibilità che in quell’occasione avevo manifestato per un incontro di approfondimento sul tema, tanto da definire questa disponibilità (che confermo pienamente) come una “mezza promessa strappata”. In realtà, non c’è bisogno di strappare proprio nulla, perché l’amministrazione è sempre pronta a confrontarsi e lo fa ogni giorno, con tanti cittadini e su ogni tipo di argomento. Ho però l’impressione che la signora Scoglio confonda tra disponibilità all’ascolto, che è sempre garantita e consente all’amministrazione di conoscere esigenze specifiche, magari in prima battuta non considerate (come può certamente capitare), cercando soluzioni alternative che possano conciliare tutti gli interessi in campo, e automatico accoglimento di ogni richiesta, per il semplice fatto che sia stata formulata, indipendentemente che sia fondata o meno, che rappresenti una necessità concreta e diffusa piuttosto che un’aspirazione personale (legittima, ma subordinata all’interesse generale, a meno che sia in gioco il rispetto di diritti individuali essenziali). Per cui, alla domanda della signora Scoglio rispondo che certamente non c’è bisogno di “muoversi in massa per farsi ascoltare” (lo ripeto: basta anche una persona); tuttavia, perché una richiesta venga soddisfatta (se necessario, anche rivedendo scelte già prese), c’è bisogno che rappresenti un interesse diffuso e condiviso, che sia prevalente tra i soggetti coinvolti nella questione. Oltre che di libertà di opinione (che non mi infastidisce per nulla, anzi, le opinioni diverse dalle mie sono quelle che trovo più stimolanti), la democrazia, citata dalla signora Scoglio, è fatta soprattutto di questo.
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