Rubriche/Lettere
Lunedì 18 Novembre 2013
Le parole della dottoressa bocconi non volevano schernire nessuno
Caro direttore, volevo intervenire sulla questione risarcimenti chiesti dai pazienti all’ospedale. Ho letto anch’io l’articolo uscito nei giorni scorsi sul vostro giornale e le dichiarazioni della direttrice sanitaria di presidio dell’Azienda ospedaliera Angela Bocconi sul fatto che l’impoverimento progressivo delle persone abbia fatto schizzare all’insù le richieste di risarcimento. Ho letto anche i commenti di disappunto sul vostro sito e la lettera di Rita Piliego che dice di essere stata danneggiata. Da quanto ho capito leggendo e conoscendo la stessa Bocconi, so che il senso delle sue parole non era certo quello di schernire chi ha avuto un danno reale. L’obiettivo non era dire che chi chiede un risarcimento lo fa perché è senza soldi. Ovvio che chi chiede un risarcimento pensa di essere stato danneggiato. Ma se alla fine solo il 20 per cento delle cause viene vinto dai pazienti forse significa che c’è un accanimento generale, dal punto di vista legale, da parte dei malati. Chi pensa di essere stato danneggiato ed è con le tasche svuotate dalla crisi è maggiormente incentivato a chiedere un risarcimento. Pensa: “Sono senza soldi e pure danneggiato. Non sto certo qui a guardare, adesso mi ripagate!”. Sarà il giudice a decidere chi ha ragione. Il caso di quel poveretto che ha subito un danno reale a causa dell’incuria sanitaria e ha vinto la causa merita solo rispetto e silenzio. Grazie
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